Il processo inizierà il prossimo 15 aprile davanti alla VII sezione penale, anche se i tre imputati, ai domiciliari, avranno 15 giorni di tempo per valutare se chiedere o meno riti alternativi, come l’abbreviato
Giudizio immediato. Il giudice per le indagini preliminari di Milano Giulio Fanales, accogliendo la richiesta dell’aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, ha disposto il processo per Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori contabili per la Lega in Parlamento, e per l’imprenditore Francesco Barachetti, accusati, a vario titolo, di peculato, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e reati fiscali, per il caso Lombardia Film Commission, ossia la presunta vendita gonfiata per 800mila euro di un capannone a Cormano. Il processo inizierà il prossimo 15 aprile davanti alla VII sezione penale, anche se i tre imputati, ai domiciliari, avranno 15 giorni di tempo per valutare se chiedere o meno riti alternativi, come l’abbreviato.
Il giudizio immediato (si salta la fase dell’udienza preliminare) è stato deciso dal gip sulla base, come previsto, dell’evidenza delle prove. Resta aperta la tranche d’indagine su presunti fondi neri per il Carroccio, che si intreccia con le indagini genovesi sui 49 milioni di euro di cui si sono perse le tracce. Altri due arrestati, tra cui Michele Scillieri, nel cui studio venne registrata nel 2017 la ‘Lega per Salvini premier’, hanno chiesto di patteggiare. Il gip Lidia Castellucci a fine febbraio dovrà pronunciarsi sulle istanze di patteggiamento del commercialista Scillieri (a 3 anni e 8 mesi) e del cognato Fabio Barbarossa (a 2 anni e 2 mesi), pure loro ai domiciliari. Ha già patteggiato 4 anni e 10 mesi il presunto prestanome Luca Sostegni. Nel filone di indagini ancora aperto sono confluite anche le dichiarazioni messe a verbale da Scillieri: il professionista, tra l’altro, ha parlato di “soldi al partito”. La Regione Lombardia e il Comune di Milano sono indicate come parti offese, e quindi avranno la possibilità di costituirsi come parti civili per chiedere i danni agli imputati.
Gli imputati, secondo l’accusa, attraverso la presunta vendita gonfiata di un capannone acquistato dalla Lombardia Film Commission all’epoca guidata da Alberto Di Rubba, avrebbero drenato 800mila euro di fondi pubblici dalla fondazione partecipata dalla Regione e dal Comune. Soldi che erano parte di “un finanziamento regionale” da un milione di euro, si legge nelle imputazioni del decreto, concesso per rafforzare la “struttura patrimoniale dell’ente”. Poi, ci sarebbe stata, stando agli atti, “la spartizione del bottino” – ricostruita dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf – tra i professionisti e l’imprenditore. Una “spartizione” che, come messo a verbale dall’altro commercialista Michele Scillieri che ha reso ammissioni, era stata già programmata “nel novembre del 2016”.
In una tranche dell’inchiesta ancora aperta è indagato per riciclaggio Roberto Tradati, responsabile della fiduciaria Fidirev, e sono stati ricostruiti i movimenti di meno di 400mila euro (250mila euro finiti in Svizzera) incassati dalla compravendita dell’immobile avvenuta nel febbraio 2017 tra Paloschi srl e Andromeda, società che ha poi rivenduto il capannone a Lfc e riferibile a Scillieri. Parti offese nel procedimento anche la stessa Lfc e il ministero dell’Economia, quest’ultimo per il reato fiscale contestato a Barachetti.