Occhi puntati sul governatore del Veneto Luca Zaia, il primo a rendere pubblica, l’8 febbraio scorso, la possibilità di un acquisto diretto di vaccini anti-Covid da parte della Regione. Da quel giorno c’è stato un crescendo di dichiarazioni, perché il presidente leghista ha difeso la propria decisione, fino all’annuncio di voler unire in un’unica cordata il Friuli, l’Emilia-Romagna e la Provincia di Trento. Aveva detto di essere in attesa delle autorizzazioni da Roma per coltivare quel canale ormai aperto, finché ha annunciato di avere ricevuto due offerte di vaccini Pfizer per complessivi 27 milioni di dosi. A quel punto aveva parlato di una possibile cessione ad altre regioni, nel caso fossero arrivate in Italia.
Adesso la notizia dell’indagine avviata dalla Procura di Perugia e le richieste di documenti da parte dei carabinieri del Nas hanno indotto Zaia a moltiplicare la prudenza. E così, durante la conferenza stampa quotidiana, ha svelato di aver informato proprio i Nas delle offerte ricevute ancora il 12 febbraio. “Ho detto io al dottor Luciano Flor, direttore generale della Sanità del Veneto, di scrivere ai Nas”. Zaia ha anche preso le distanze da qualsiasi coinvolgimento personale: “Non ho avuto nessuna interlocuzione con nessuno, non ho incontrato intermediari, non ho mai voluto vedere la corrispondenza. Ad occuparsene dev’essere la struttura. Però ho sempre detto che tutto andava fatto nella legalità e trasparenza”. Per questo la Regione Veneto il 3 febbraio (qualche giorno prima dell’annuncio ufficiale ai giornalisti) aveva scritto all’Aifa, l’Agenzia del farmaco, per chiedere l’autorizzazione ad una eventuale importazione. Dall’Aifa, una decina di giorni dopo, è arrivato l’invito a scrivere al commissario Arcuri che si sta occupando della partita della pandemia. “Non abbiamo fatto negoziazioni – ha aggiunto Zaia – abbiamo soltanto chiesto i codici della partite delle forniture ai due intermediari che ce le hanno offerte, come ci era stato raccomandato dal dottor Arcuri”.
Intanto il dottor Flor è stato convocato a Treviso dai Nas. Probabilmente ha consegnato la documentazione in possesso della Regione Veneto. Sull’inchiesta di Perugia, Zaia ha aggiunto: “Ben venga questa operazione, perché finalmente farà chiarezza, visto che qualcun altro non ha voluto farla…”. Il governatore non ha lasciato capire a chi si riferisse l’allusione polemica. “Così sarà possibile sapere se si tratta di millantatori o truffatori. Auspico una verifica profonda e incisiva, per chiarire se vengono offerti vaccini o magari acqua distillata. Sono gli altri che ce lo devono dire, perché noi abbiamo solo fatto il nostro dovere”. Rispondendo a una domanda che elogiava l’attivismo del Veneto, Zaia ha replicato: “La nostra intraprendenza è gradita solo ai veneti, ma non lo è ai non veneti. Perché qualsiasi cosa si fa, in questo Paese, si sbaglia”. Poi ha replicato alla frecciata arrivatagli dal governatore campano Vincenzo De Luca: “Anche noi stiamo cercando di comperare vaccini, ma senza tanta propaganda”. Replica gelida di Zaia: “La nostra non è propaganda, è trasparenza”.