“Per l’esecutivo i primi problemi saranno sui provvedimenti concreti L’ex presidente del Consiglio ha grande popolarità, chi pensa di toglierlo dal campo si illude”. Perché anzi, Conte è “Carta decisiva del fronte democratico”. Parole di Goffredo Bettini, cofondatore del Pd e membro della direzione nazionale, che in un’intervista a La Stampa parla del futuro del governo Draghi, dell’intergruppo che lo dovrà sorreggere e del ruolo di Conte che anche per buona parte del Pd non esce di scena del tutto, ma funge da collante di quell’area che ai democratici piace definire un campo progressista. “I problemi potranno venire quando si dovrà decidere sui provvedimenti concreti. E a quel punto ognuno tesserà la sua tela: in un confronto aperto e, per quanto ci riguarda, non distruttivo. Di sicuro la politica non va in vacanza. Dopo questa fase eccezionale si confronteranno nuovamente il campo democratico-progressista e la destra italiana, mi auguro civilizzata da questa esperienza di governo di responsabilità nazionale”.
L’orizzonte di cui parla Bettini non si limita al 2023, perché il programma di riforme annunciato dall’ex capo della Bce è ambizioso e potrà richiedere più tempo. E a questo tempo che deve venire occorre quello passato, Giuseppe Conte, dunque. “Conte continua ad avere una grandissima popolarità. È caduto non per il fallimento del suo governo che ha ottenuto risultati importanti, ma per una manovra politica. Spetta a lui decidere cosa fare, ma credo che i suoi avversari si illudono se pensano di poterlo togliere dal campo. Rimane una carta decisiva del fronte democratico. Riferimento di tanti cittadini semplici, dei giovani attenti alle tematiche ambientali, di dinamici ceti moderati e produttivi”. Parole che ricordano quanto dichiarato dallo stesso Conte al Fattoquotidiano.it, insieme all’annuncio del ritorno in cattedra: “il mio futuro immediato è il rientro a Firenze da professore all’università. Ci sono tanti modi per partecipare alla vita politica: lo vedremo insieme agli amici con cui abbiamo lavorato e ai compagni di viaggio”.
Bettini non lo dice apertamente, ma Conte sarebbe una figura chiave nel cementare l’alleanza che rischia di diventare instabile per il caos dentro i Cinque Stelle. “Hanno contribuito nel governo Conte II alla salvezza dell’Italia. Per continuare ad esercitare un ruolo positivo nel governo del Paese stanno pagando con generosità prezzi molto alti. Non so quale sarà il loro approdo. So, comunque, che il sistema politico italiano sta attraversando mutazioni, ristrutturazioni e possibili ricomposizioni rapide e imprevedibili. In questo quadro anche la stucchevole discussione nel Pd “con i 5Stelle sì, con i 5Stelle no” è in molti casi una pura esigenza di posizionamento interno. Occorre leggere le dinamiche in atto e guardare al futuro; capire, per quanto riguarda il mio partito, che funzione vuole svolgere in Italia e in Europa”.