Il complesso di oltre 14mila metri quadrati è di proprietà comunale: la parte Nord è oggetto di un progetto di recupero pubblico, mentre quello sud da oltre venti anni versa in condizioni fatiscenti e di abbandono. L'idea della Fondazione è quella di costruire uffici, appartamenti, gestire i parcheggi e dedicare un edificio agli eventi culturali. Ma per i critici la cifra offerta per il riscatto sarebbe circa la metà del reale valore di mercato
È guerra tra Comune e cittadini sul futuro dell’ex Manifattura Tabacchi, a Lucca, un complesso storico di proprietà comunale di oltre 23mila metri quadrati, la cui parte Nord è oggetto di un progetto di recupero pubblico, mentre quello sud da oltre venti anni versa in condizioni fatiscenti e di abbandono. Il Comune studia la fattibilità della terza proposta di recupero fatta da Coima sgr e Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca: il loro fondo investirebbe, a un tasso di rendimento più basso rispetto alle medie di mercato, 60 milioni di euro in un project financing, cioè correlato alla missione, per riqualificare la parte Sud del complesso, metterla in sicurezza e bonificarla dall’amianto. Obiettivo: realizzare uffici privati per “società – si legge sul sito di Coima sgr – che operano nel mondo dell’innovazione e della produzione di software”, tra cui la multinazionale dall’anima lucchese Tagetik, e circa 25 appartamenti privati, oltre ad aggiudicarsi per 40 anni la gestione dei parcheggi e la maggior parte dei relativi introiti, che attualmente vanno invece interamente nelle casse comunali. Il fondo metterebbe anche un edificio di 3.500 metri quadrati “a disposizione della città per accogliere eventi culturali e altre funzioni civiche da individuare con il contributo della cittadinanza e delle associazioni del territorio”.
“Un intervento che potrebbe contribuire a rendere Lucca più attrattiva per nuovi investitori”, si augura Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. A sostenere l’operazione ci sono pure gli esercenti di Confcommercio Lucca che vede di buon occhio l’ampliamento dei parcheggi nel cuore della città. A opporsi, invece, ben tre comitati diversi di cittadini: “Svendita scellerata dell’edificio”, tuona Manifatturiamo, composto principalmente da giovani, che sono in presidio permanente davanti al complesso di via Vittorio Emanuele. Gli fa eco Salviamo la Manifattura, secondo cui nel progetto ci sarebbero “profili di illegittimità e inopportunità oltre che danno erariale per il Comune”. In particolare, per il comitato, il prezzo non è quello di mercato. “La terza proposta Coima Fondazione – sostiene Salviamo la Manifattura – riporta la stima dell’immobile operata unilateralmente dal proponente in netto contrasto con il rapporto di valutazione fatta svolgere dal Comune. In pratica Coima vorrebbe acquisire il complesso immobiliare per soli 3,2 milioni di euro. Quando la valutazione indicizzata al saggio d’inflazione dell’1,5% è di almeno 5,8 milioni di euro”. A loro si aggiunge il comitato Uniti per la Manifattura che raccoglie, tra gli altri, Italia Nostra e Legambiente e che chiede “l’azzeramento del progetto e l’avvio di un percorso di partecipazione popolare”.
Pronta la replica di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca: “Non si tratta di una svendita. L’asta precedente – ricordano – è andata deserta per mancanza di soggetti interessati”. Il complesso, che sorge su fondamenta trecentesche, per secoli è stato al centro della vita lucchese, ospitando varie istituzioni, fino a diventare, dopo il dominio napoleonico, fabbrica di sigari e teatro delle prime rivendicazioni salariali delle sigaraie.