Una candidatura ufficiale e autorevole: è quella dell’Inter per la vittoria finale del campionato italiano 2020/2021. E’ il verdetto che arriva dal derby di Milano della 23esima giornata (qui i tabellini): Inter che vince 3 a 0 sui cugini rossoneri e vola a più quattro in classifica, consolidando il primato e dicendo chiaramente che se c’è una squadra che può rompere dopo nove anni il dominio bianconero sulla Serie A, quella è l’Inter appunto. Una vittoria chiara, netta, che arriva nel giorno del saluto a Mauro Bellugi, difensore e pezzo di storia nerazzurro, ricordato prima della gara e col lutto sulle maglie dei calciatori dell’Iner, protagonista della vittoria dello scudetto del 1971, quello della clamorosa rimonta proprio sul Milan. Molto meglio la squadra di Conte nel primo tempo e ancor di più nei primi dieci minuti quando le ripartenze sulle fasce diventano micidiali. Così è quando dopo cinque minuti Lukaku viene lanciato ma è costretto ad allargarsi, riuscendo a pennellare un ottimo cross in mezzo per Lautaro, abbandonato dalla difesa rossonera e liberissimo di trafiggere di testa Donnarumma per il vantaggio dell’Inter.
I nerazzurri, con Eriksen e soprattutto Perisic titolari sono padroni del campo e quando ripartono fanno malissimo agli esterni, spesso troppo alti del Milan, e avrebbero anche varie opportunità per raddoppiare. Il Milan è tutto in un sinistro velenoso di Theo su ribattuta e nella grinta di Ibra che prova a catechizzare compagni che forse pagano il gap di esperienza coi rivali che appaiono ben più focalizzati a prendersi il big match decisivo. E proprio esperienza e autorevolezza decidono la partita quando, dopo un avvio in cui gli uomini di Pioli sfiorano il pareggio con Ibra e Tonali, fermati da Handanovic, sull’ennesima ripartenza Eriksen non si fa ingolosire dalla difesa che si apre e manda Perisic sul fondo, con l’assist a Lautaro che è naturale come il tap in dell’argentino che vale il 2 a 0 e la doppietta personale. Da lì è tutto facile per l’Inter, con Lukaku che poco dopo la chiude alla sua maniera, di potenza, per il 3 a 0 finale.
Una sconfitta che non significa ridimensionamento per il Milan: la vittoria dei nerazzurri è inequivocabile sì, ma la squadra di Pioli la sua vitalità l’ha mostrata, prendendosi le sue occasioni e non chinando mai il capo. I punti di distanza dalla vetta sono 4: ampiamente recuperabili, e considerando che nessuno alla vigilia avrebbe scommesso su un Milan così, capace di competere per il primato a lungo con squadre ben più attrezzate, Inter in primis appunto, c’è molto poco da contestare alla squadra. Già tornare in Champions dopo 7 anni è importantissimo e l’obiettivo è assolutamente alla portata: certo, la fase non è delle migliori, con la seconda sconfitta consecutiva dopo quella con lo Spezia e il mezzo passo falso di Europa League, ma per quanto si è visto il calo può essere fisiologico. C’è da considerare però che il calendario non è dalla parte di Pioli: alla prossima c’è la Roma, non proprio la più semplice delle occasioni per rialzare la testa. Per contro l’Inter si mette a fare esattamente il ruolo per cui è stata costruita: la lepre, con gli altri costretti a rincorrerla. E dopo alcune prove opache i nerazzurri danno una prova di autorevolezza e forza evidente: l’esplosività di Hakimi, Perisic e Bastoni sulle fasce, condita da due attaccanti come Lukaku e Lautaro rende i nerazzurri una macchina da guerra tra velocità e potenza, il centrocampo con Barella, finalmente Eriksen e Brozovic garantisce quantità e qualità e la solidità difensiva con De Vrij e Skriniar e soprattuto Handanovc che al solito le prende tutte parlano di una squadra forte e ben costruita. Il messaggio è chiaro: la squadra più accreditata a interrompere il dominio Juve dopo nove anni è l’Inter, costruita da Marotta e Conte, quelli che il dominio Juve l’avevano avviato.