Nove volte Novak Djokovic. Sempre Novak Djokovic. Il numero uno del mondo vince ancora una volta gli Australian Open al termine di una finale dominata per 7-5 6-2 6-2 contro il russo Daniil Medvedev, numero quattro del mondo che prima di questa sfida veniva da un filetto di 20 successi consecutivi tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Per Nole è il 18esimo Slam della carriera, a meno due da Roger Federer e Rafael Nadal, primatista della speciale classifica a quota 20 titoli. È da 18 anni che almeno uno Slam finisce nelle mani di uno dei “Big three”.
I pronostici della vigilia – che parlavano di un match equilibrato e che poteva rivoluzionare le gerarchie del circuito – sono stati tutti smentiti. Quello che è venuto fuori è invece un assolo serbo in grande stile. La partita infatti è stata combattuta solo nel primo set, con Medvedev bravo a reagire dopo essere stato subito sotto per 3-0. Djokovic ha saputo controllare tatticamente in ogni momento uno degli avversari più temibili e sfrontati della nuova generazione. Daniil Medvedev – campione in carica della Atp Finals e già finalista agli Us Open nel 2019 – ha 25 anni ed è uno dei giovani più pronti mentalmente e tecnicamente. Doti che avevano fatto tremare Nadal a New York due anni fa ma che non hanno scalfito Nole sul “suo” campo, la Rod Laver Arena. Dopo il primo parziale portato dalla sua parte, il serbo ha gestito meravigliosamente i tentativi del russo di riaprire la partita. Come all’inizio del secondo set, con il break di Medvedev immediatamente recuperato da Nole. Un uno-due che sembrava il preludio a un match ancora lungo e che invece ha rappresentato l’ultimo scatto d’orgoglio del classe 1996. Dopo quel momento infatti il parziale è stato di 11 giochi a 3 in favore di Djokovic, con Medvedev costantemente in difficoltà anche con i suoi punti di forza, il rovescio e il servizio. Lo smash con cui Nole ha chiuso il match ha segnato la fine di un Australian Open diverso dalle altre edizioni vinte dal serbo, con i problemi fisici che lo hanno caratterizzato almeno dagli ottavi alla semifinale e con i cinque set persi lungo il percorso contro Tiafoe, Fritz, Raonic e Zverev. Mai Djokovic aveva vinto il titolo perdendo così tanti parziali lungo il torneo. “Ringrazio – ha commentato Djokovic dopo il successo – questo campo, la Rod Laver Arena. Melbourne ti voglio sempre più bene e continua a crescere questo rapporto d’amore per te”. ”È stata – continua – una corsa altalenante come le montagne russe e ringrazio il mio fisioterapista che mi ha consentito di giocare fino a qui. È stato fatto un lavoro eccezionale, non era facile e dovrebbero essere tutti orgoglioso per quello che hanno messo insieme, consentendoci di giocare il torneo”.
Djokovic rimanda così ancora una volta il passaggio di consegne con le nuove generazioni. Negli Slam comandano ancora i soliti tre. Tra il serbo, Federer e Nadal ci sono 58 Major. Per Djokovic si tratta anche del titolo Atp numero 82. Un trofeo che fa da cornice a un traguardo ormai certo e che sarà ufficiale solo tra quattordici giorni: le settimane in vetta alla classifica Atp. Il prossimo 8 marzo per Djokovic sarà la numero 311 da numero 1. Una in più dell’attuale recordman Roger Federer. Per Daniil Medvedev invece c’è la consolazione di essere il nuovo numero 3 della classifica, ad appena 115 punti dal secondo posto di Nadal. Per il cambio generazionale invece c’è ancora tempo e, a questo punto, non sappiamo davvero quando questo arriverà. Per i giovani che ambiscono a scalzare Federer, Nadal, e Djokovic (tra i quali c’è anche il nostro Jannik Sinner) ormai l’unica speranza pare essere sola una: il tempo.
Twitter: @giacomocorsetti