Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca - 21 Febbraio 2021
Un anno di Covid visto dai giornalisti stranieri in Italia: “Nostre redazioni non credevano a quello che succedeva. Qui fiducia nello Stato”
A un anno dalla scoperta del paziente 1 di Codogno, i cronisti della Stampa Estera di Roma raccontano la loro esperienza. ”Mi ricordo il giorno in cui si è deciso di chiudere la Regione Lombardia – dichiara Jenna Vehviläinen, corrispondente della televisione statale finlandese Yleisradio – e nonostante la notizia fosse stata battuta da tutte le maggiori agenzie internazionali, la mia redazione non ci credeva, mi chiamava dicendomi ”ma Jenna è vero?”.
”La Francia all’inizio pensava fosse un fenomeno solo italiano – aggiunge Eric Jozsef, giornalista di Libération – al punto che insieme ad un gruppo di corrispondenti francofoni abbiamo scritto una lettera alle autorità francesi, per dire loro che la pandemia si sarebbe allargata ed era urgente prendere delle misure precauzionali”. “Io ho raccontato un’Italia virtuosa – fa eco Tom Kington, corrispondente di The Times – mentre in Gran Bretagna le persone saccheggiavano i supermercati alla ricerca della carta igienica, qui c’era tanta fiducia nello Stato, anche se questo è una cosa che non diciamo spesso degli italiani”.