Fausto Gresini è “in condizioni critiche” ma “è ancora vivo”. Il suo team smentisce la notizia, diffusa da Adnkronos e Ap e rilanciata anche dal nostro sito, della morte dell’ex campione del mondo nella classe 125, ricoverato per Covid da quasi due mesi. Originario di Imola, ha compiuto 60 anni lo scorso 23 gennaio. “Nonostante le notizie in circolazione, attualmente Fausto è ancora tra noi, seppur in condizioni critiche”, ha scritto il Gresini Team su Twitter.
Le sue condizioni sono migliorate in diverse occasioni, senza tuttavia portare a una guarigione, e negli scorsi giorni è stato attaccato a un respiratore meccanico e indotto al coma farmacologico L’ultimo aggiornamento del suo team, il 18 febbraio, prima della smentita del decesso parlava di “perdurare di grave insufficienza respiratoria” e di “complicanze che rendono il quadro clinico critico”. Il pilota è poi purtroppo deceduto la mattina del 23 febbraio, come confermato dal suo team.
Gresini ha esordito nel 1982 ed è sempre rimasto nella classe 125. Nel 1985 il primo trionfo mondiale su una Garelli, mentre l’anno successivo non bastarono 4 gran premi vinti per superare Luca Caldarola. Il 1987 è stata invece una stagione a senso unico, con 10 vittorie su 11 appuntamenti. Negli anni successivi ha gareggiato in sella ad Aprilia prima e ad Honda poi, prima di ritirarsi nel 1995.
Due anni più tardi ha iniziato la sua carriera come manager del team che portava il suo nome e che ha vinto due titoli iridati, uno con Daijiro Katoh in classe 250 e uno con Toni Elias in Moto2. In MotoGp vanta 18 mondiali consecutivi disputati, prima con la Honda e poi con l’Aprilia, durante i quali ha più volte chiuso al secondo o al terzo posto con Sete Gibernau, Colin Edwards e Marco Melandri. Nel suo team correva anche Marco Simoncelli, il pilota italiano morto in gara a Sepang il 23 ottobre 2011.