Il gruppo coreano costretto a richiamare 54 mila veicoli in patria per un difetto agli accumulatori, che provoca corto circuito e incendio: la loro sostituzione di massa costerà circa 1,8 miliardi di dollari, che potrebbero essere versati in parte anche dal fornitore. Cambiare supplier? Si, ma non è così semplice. Ecco perché
È davvero una brutta grana quella che si prepara ad affrontare il gruppo Hyundai: come riportano gli organi di stampa coreani, infatti, il colosso di Seul sarà costretto a richiamare circa 54 mila veicoli elettrici (fra cui 33 mila Kona, 21 mila Ioniq e 236 autobus) ad elevato rischio di incendio. Il problema risiede nelle batterie, fornite da LG Chem, che alimentano le auto e che sono ad alto rischio di cortocircuito. Motivo per cui sono state sospese le vendite dei modelli interessati sia negli USA che in Corea.
La questione è nota alle cronache già dallo scorso anno, e dal 2018 sono state già 15 le vetture andate a fuoco, la maggior parte delle quali vendute in Corea. Anche su pressione del Ministero dei Trasporti coreano quindi, Hyundai, che ha indagato approfonditamente le cause del problema, avrebbe elaborato un piano di sostituzione di massa degli accumulatori incriminati, per una spesa complessiva che sarebbe addirittura superiore a 1,8 miliardi di dollari. Cifra peraltro destinata a coprire le spese di intervento per le sole auto vendute in Corea. Tuttavia, è chiaro che la campagna di richiamo riguarderà, molto probabilmente, pure le auto vendute in giro per il mondo. Va da sé che, al netto dei disagi per l’utenza, la sostituzione di oltre 50 mila pacchi batterie annulla qualsivoglia senso ambientale dei modelli elettrici coinvolti, rendendoli altamente inquinanti.
A sostenere i costi sarà probabilmente anche la LG Chem, anche se non è ancora chiaro in che misura. Tuttavia, per ora l’azienda, che fornisce anche altri costruttori, respinge ogni coinvolgimento: si va profilando, quindi, un’aspra diatriba legale fra le due compagnie coreane. La questione potrebbe dunque farsi ancora spinosa per Hyundai, che nel frattempo starebbe anche valutando di cambiare fornitore e rivolgersi ai concorrenti della SK Innovation.
C’è un problema ulteriore, però, e non di poco conto: la Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti ha recentemente condannato la SK Innovation per furto di segreti industriali ai danni della stessa LG Chem. Il che rischia di far diventare l’operazione del cambio di fornitura una chimera. Non solo, la sentenza della International Trade Commission impedisce alla SK Innovation di vendere le sue batterie negli Stati Uniti per i prossimi 10 anni: ne consegue che gli accumulatori di questa azienda non possono essere utilizzati da Hyundai per i veicoli elettrici destinati al mercato americano.