L’ex amministratore delegato di Carige, Paolo Fiorentino, è indagato per aggiotaggio dalla procura di Milano in relazione alla semestrale del 2018. Il pm Paolo Filippini, titolare del fascicolo assieme all’aggiunto Maurizio Romanelli, sono in attesa di una informativa conclusiva del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, in vista della chiusura dell’inchiesta a carico non solo del banchiere ma anche dell’allora responsabile della tenuta delle scritture contabili. Al vaglio degli inquirenti anche una denuncia di Vittorio Malacalza sull’operato degli ex commissari straordinari della banca tra il 2019 e gennaio 2021.

L’indagine sulla semestrale 2018 di Carige era relativa alla presunta mancata comunicazione al mercato della necessità di svalutare crediti non performing della banca per centinaia di milioni. In seguito all’ispezione Bce su Carige tra aprile e agosto 2018 l’istituto ha successivamente recepito rettifiche sui crediti nei conti dei 9 mesi del 2018 per oltre 219 milioni e quindi i vertici di allora della banca, con l’ad Fabio Innocenzi nel frattempo subentrato a Fiorentino, avevano deciso di deliberare un aumento di capitale da 400 milioni. In quell’occasione era intervenuto per la prima volta sull’istituto ligure il Fondo interbancario per la tutela dei depositi, sottoscrivendo un bond subordinato da 320 milioni, che avrebbe dovuto poi venir convertito in sede di aumento.

All’assemblea degli azionisti del 22 dicembre 2018 l’aumento però non passò, in assenza dell’approvazione fondamentale dei Malacalza, che avevano chiesto approfondimenti sull’intera vicenda. La loro astensione fece saltare la delibera. Carige è stata poi commissariata da Bce il 2 gennaio 2019. La ricapitalizzazione, nel frattempo è salita a 700 milioni, oltre ad altri 200 milioni di rafforzamento patrimoniale tramite un nuovo bond subordinato: è stata approvata in assemblea a settembre 2019 ed eseguita a dicembre, con il sostegno oltre che del Fitd tramite lo Schema volontario (che aveva sottoscritto il subordinato) anche della trentina Cassa centrale banca (ha l’8,3% di Carige, il Fitd ha l’80%). Con la nomina a fine gennaio 2020 del nuovo consiglio di amministrazione l’istituto è tornato alla gestione ordinaria

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