La difficile situazione nel Ponente ligure spinge il governatore Giovanni Toti a introdurre restrizioni anti-contagio nella zona. Il presidente della Liguria ha annunciato che martedì mattina firmerà un’ordinanza che prevede la chiusura di tutte le scuole a Ventimiglia e Sanremo, valida da mercoledì 24 febbraio fino a venerdì 5 marzo. E nello stesso arco temporale entrerà in vigore anche una zona rossa “light” a Ventimiglia – dove aprirà un nuovo centro per i tamponi – e nei comuni limitrofi. Tra le misure aggiuntive previste da Toti ci sono il “divieto di asporto e solo la consegna a domicilio dopo le 18, il divieto di vendita di alcolici nelle ore serali per evitare ogni assembramento, il divieto assoluto di assembramento e il divieto di spostamento dai propri comuni”.
La decisione – che come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.it è in ballo da oltre dieci giorni – è stata presa “per evitare che la zona di confine possa traghettare l’ondata del virus dalla Francia all’Italia”, ha spiegato il presidente della Liguria. “Abbiamo deciso di prendere alcune misure per garantire la tenuta sotto controllo dell’incidenza del Covid, che soprattutto a Ventimiglia e comuni limitrofi desta qualche preoccupazione essendo doppia rispetto al resto della Liguria”, ha detto Toti che si ritrova a gestire una situazione delicata nel Ponente ligure in quella che sarà la settimana del Festival di Sanremo, in programma dal 2 al 5 marzo. “Riteniamo che dieci giorni di misure restrittive possano raffreddare il picco pandemico”, ha concluso ribadendo che il governo ha garantito “i ristori nazionali per tutte le attività economiche danneggiate”.
Ventimiglia e Sanremo erano stati due dei centri in cui, nel primo giorno di zona arancione della Liguria, il 14 febbraio, molti ristoratori avevano comunque accolto i clienti ai tavoli e servito il pranzo nella domenica di San Valentino. E nei paesi era stata segnalata una forte presenza di cittadini stranieri, in particolare francesi che, non potendo festeggiare oltre confine, avevano passato la frontiera. La massiccia presenza si spiegava col fatto che pur non potendo entrare senza tampone “negativo”, i controlli vengono effettuati solo ‘a campione’. Nei giorni precedenti, tra l’altro, come aveva raccontato Ilfattoquotidiano.it, era emerso che i frontalieri erano considerati una delle possibili spiegazioni del boom di contagi nelle zone più vicine alla Francia.
Il diffondersi delle varianti, oltre ai casi di Brescia e Merano, sta portando a misure restrittive anche in altre zone del Paese. Le scuole vanno verso la chiusura anche a Siena: martedì è attesa l’ufficialità, con il sindaco che dovrebbe firmare l’ordinanza comunicherà anche la durata della chiusura. Il provvedimento riguarderà certamente le scuole medie e gli istituti superiori mentre la giunta comunale, proprio in queste ore, vorrebbe scongiurare la chiusura anche di materne ed elementari. Una decisione che sarà presa per far fronte all’incremento di casi positivi verificatisi negli ultimi giorni tra gli studenti e il personale docente e non docente. Numerose infatti le classi messe in quarantena nei diversi istituti. La chiusura a Siena seguirà quelle già effettive per le scuole di ogni ordine e grado a Chiusi, Monteroni d’Arbia e Sovicille, sempre nel Senese, dove è stata riscontrata la presenza di casi anche con variante inglese e brasiliana.
Problemi anche nelle Marche, dove dalla mezzanotte di martedì scatta la zona arancione in 20 comuni dell’Anconetano, compreso il capoluogo di regione, dove si è registrato il maggior tasso di contagi da Covid-19 e la presenza di alcuni casi di variante inglese. Gli altri comuni restano in zona gialla, con limitazioni agli spostamenti. Già in vigore anche un’ordinanza che limita gli spostamenti da e per la provincia di Ancona. Oltre al capoluogo, passano in arancione Camerata Picena, Castelfidardo, Castelplanio, Chiaravalle, Cupramontana, Falconara Marittima, Filottrano, Jesi, Loreto, Maiolati Spontini, Monte San Vito, Osimo, Ostra, Polverigi, Sassoferrato, Senigallia, Serra Dè Conti, Sirolo, Staffolo. Tutte aree caratterizzate “da uno scenario di elevata gravità, da un livello di rischio alto e dalla presenza di alcuni casi di variante inglese”. Da molti giorni la provincia di Ancona registra circa la metà dei nuovi casi di positività al Covid e gli ospedali delle città interessate sono in sofferenza.