“I Parlamenti nazionali” devono fare “pressioni per ratificare” il Recovery Fund perché “il tempo è essenziale” e “senza questo processo” di ratifica “tutta la nostra ambizione sarà più difficile” da mettere in atto. Lo ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, parlando al Parlamento Ue. “Finora sei Stati membri hanno già ratificato la decisione sulle risorse proprie” per rendere operativo il Recovery Fund, “altri sono quasi giunti al traguardo e concluderanno la procedura a febbraio”, ha aggiunto il commissario. Nella riunione dello scorso gennaio la Banca centrale europea aveva espresso preoccupazione per la lentezza con cui sta procedendo l’adozione dei piani per l’utilizzo dei fondi europei.
Le prospettive economiche “mostrano che c’è luce in fondo al tunnel ma non siamo ancora sicuri di quanto servirà” per assistere al miglioramento ed è “importante mantenere politiche di supporto” all’economia, ha affermato Gentiloni aggiungendo “come detto recentemente dalla Bce, togliere troppo presto gli aiuti è più pericoloso che farlo troppo tardi”. Quanto alla questione dei debiti pubblici, cresciuti ovunque a causa degli ingenti risorse pubbliche stanziate per fronteggiare la pandemia e per cui sono stati sospesi gli abituali vincoli, il commissario all’ Economia ha spiegato che la discussione sulla loro riduzione non si farà “adesso, perché all’economia serve certezza, ma è all’orizzonte. Dobbiamo parlare delle nostre regole di bilancio, di come far sì che rafforzino la nostra capacità di investimento e si accordino alla necessità di una riduzione drastica, ma al contempo realistica e seria del debito nei prossimi anni”.
In mattinata il presidente del Parlamento portoghese Eduardo Ferro Rodrigues ha affermato: “Sappiamo che c’è un dibattito in corso sul Patto di stabilità. Ci sono state deroghe a marzo, e il Parlamento portoghese estende l’appello a cogliere l’occasione di rivedere la logica strutturale dei criteri del Patto. C’è consenso ad evitare politiche pro-cicliche come ci dicono Bce e Ocse. Ci deve essere consenso anche nella revisione dei criteri che hanno messo in luce caratteristiche pro-cicliche in tanti paesi Ue”. Sulla questione dei vincoli ai bilanci pubblici è intervenuto poi il presidente del Parlamento Ue David Sassoli che in passato si era espresso in favore di una cancellazione della quota dei debiti pubblici detenuti dalla Bce (attraverso l’acquisto dei titoli di Stato con i programmi di quantitative easing, ndr). “E’ necessario ripensare gli strumenti della governance europea in modo che essa stessa possa sostenere gli investimenti nelle transizioni energetiche e digitali e la lotta contro la povertà. Per queste ragioni dobbiamo riflettere per mantenere in funzione la clausola di salvaguardia, che non sospende il patto di stabilità e crescita, ma che dovrebbe restare in vigore finche lo stato dell’economia non ne giustifichi la disattivazione”, ha spiegato Sassoli.