Crescono ansia e preoccupazione per la salute del quasi centenario principe Filippo, consorte della regina Elisabetta, ricoverato da martedì sera in un’ala privata dell’ospdedale King Edward VII di Londra in seguito a un “malessere” di natura imprecisata. Buckingham Palace ha fatto sapere di non avere per ora “nulla da aggiungere”, dopo la quinta notta di ricovero, alle rassicurazioni date finora in base alle quali il duca di Edimburgo è “di buon umore” e non ha alcun disturbo collegato con il Covid (contro cui è stato vaccinato assieme a Elisabetta II a gennaio).
Ma la visita ricevuta ieri dal principe Carlo ed erede al trono britannico alimenta i timori. Carlo si è spostato di oltre 150 chilometri, dalla residenza di campagna in cui ha trascorso gli ultimi mesi della pandemia, per intrattenersi mezz’ora col padre: un fatto non ordinario tenuto conto delle limitazioni imposte dal lockdown alle visite ospedaliere; e che ha fatto alzare anche qualche sopracciglio fra la gente comune con parenti ricoverati nel Regno tanto da indurre la direzione sanitaria del King Edward a precisare come la struttura che ospita il duca, in quanto privata, permetta in questa fase visite non solo a pazienti terminali o bisognose di speciale assistenza familiare, ma pure in presenza di “circostanze eccezionali” non meglio definite. Non solo, all’uscita dall’ospedale Carlo aveva le lacrime agli occhi, dettaglio che non è passato affatto inosservato. Tutto questo quindi, non fa che alimentare il dibattito e sui media britannici si ripete un’unica domanda: perché Carlo ha deciso di recarsi dal padre?