Cugino del boss Nitto Santapaola, Ercolano è oggi ai domiciliari: è accusato di porto e detenzione illegale di armi. Divenne celebre a metà degli anni Ottanta, per la protesta che mise in scena in aula durante il maxiprocesso, a cui si presentò con le labbra cucite con una spillatrice
È l’imputato del Maxiprocesso che negli anni ’80 guadagnò notorietà perché si presentò all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo con le labbra cucite con una spillatrice. Più di trent’anni dopo torna agli arresti Salvatore Ercolano detto “Turi”, 70 anni, esponente di spicco del clan catanese Santapaola-Ercolano. I carabinieri del Comando provinciale di Torino lo hanno posto ai domicialiari. E’ accusato di porto e detenzione illegale di armi: girava armato di pistola. Già condannato per mafia nel maxiprocesso istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Ercolano era libero dopo alcuni decenni trascorsi in carcere.
Cugino del boss Nitto Santapaola, Ercolano è considerato anch’egli un ‘capo’. Divenne celebre a metà degli anni Ottanta, per la protesta che mise in scena in aula durante il maxiprocesso, a cui si presentò con le labbra cucite con una spillatrice. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo tra marzo e maggio 2019, hanno consentito di accertare che in più occasioni Ercolano ha girato sul territorio nazionale armato di pistola. L’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda, è stata eseguita ieri mattina dai carabinieri.