L’hanno uccisa con un codice inviato via sms: “Rel1 = on“. Così circa 30 secondi dopo è stata attivata la bomba nascosta nell’auto di Daphne Caruana Galizia. È in questo modo è stata assassinata la giornalista maltese. A raccontarlo agli investigatori è stato Vince Muscat, uno dei tre sospettati per l’omicidio che si è dichiarato colpevole. A riportarlo è il Times of Malta. Muscat è stato condannato a 15 anni di carcere. Prima di emettere la sentenza, la giudice del Tribunale della Valletta, Edwina Grima, ha chiesto a Muscat se intendesse ripensare la dichiarazione di colpevolezza. L’uomo, cha ha cominciato a collaborare con la giustizia nella primavera 2019, ha confermato: “Non ce n’è bisogno”.
Il colpo di scena arriva una settimana dopo che Muscat ha cambiato strategia difensiva, a differenza dagli altri due accusati dell’omicidio, i fratelli George e Alfred Degiorgio. Fonti hanno riferito al Times of Malta che Muscat ha collaborato con le autorità nella speranza di ottenere una riduzione della pena dopo che il governo ha negato la sua richiesta di ricevere la grazia. Quello che è andato in scena in tribunale ha confermato una svolta nel processo: Elaine Mercieca, che rappresenta l’ufficio del procuratore generale, ha detto alla corte che l’ufficio e l’avvocato di Muscat hanno presentato una domanda congiunta per quanto riguarda la pena. Il tribunale ha preso atto di tale richiesta e ha consentito che le osservazioni riguardanti la pena di Muscat si svolgessero a porte chiuse, con i soli membri della famiglia Caruana Galizia ammessi.
A Muscat, prosegue il quotidiano maltese, è invece stata garantita la grazia presidenziale in cambio di informazioni relative all’omicidio nel 2015 dell’avvocato Carmel Chircop. Il provvedimento è stato approvato ieri dal governo.Un primo frutto della collaborazione di Muscat con le autorità è l’arresto avvenuto oggi di tre uomini sospettati di avere fornito l’ordigno utilizzato per assassinare Caruana Galizia. I fratelli Adrian e Robert Agius e il loro associato Jamie Vella sono stati arrestati nel corso di un’operazione della polizia. Già nel dicembre del 2017 i tre erano stati arrestati duranto uno dei raid che servivano a cercare gli assassini di Caruana Galizia. Un quarto uomo, l’imprenditore Yorgen Fenech, è accusato di avere pagato i tre uomini per l’omicidio. Fenech ha sempre negato le accuse.
In una dichiarazione letta in aula, la famiglia di Caruana Galizia ha detto di sperare che l’ammissione di colpevolezza fatta da Muscat possa portare alla “piena giustizia” nella vicenda. Il mese scorso, il figlio della giornalista, Matthew, aveva raccontato in aula che insieme alla madre aveva trascorso gran parte del 2017 ad indagare su una vicenda di corruzione legata alla costruzione di una centrale elettrica da parte della Electrogas, un consorzio del quale è azionista Fenech.
Secondo Muscat il piano originario era quello di sparare alla giornalista con armi di precisione. Agius e Vella avevano pure fornito dei fucili con mirini telescopici ma le armi erano difettose. A quel punto si è deciso di cambiare strategia e puntare all’utilizzo di un’autobomba. Muscat ha descritto il dispositivo esplosivo: era grande la metà delle dimensioni di un foglio A4 e si attivava con un codice da inviare tramite sms. Un messaggio di morte che – sempre secondo Muscat – sarebbe stato inviato da George Degiorgio. Erano le 15 del 16 ottobre 2017: trenta secondi dopo l’auto con a bordo Caruana Galizia è saltata in aria.
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“Così abbiamo ucciso Daphne Caruana Galizia”: uno dei tre sospettati si dichiara colpevole dell’omicidio della giornalista
Secondo il Times of Malta Vince Muscat, uno dei tre sospettati per l’omicidio della giornalista, si è dichiarato colpevole: il tribunale della Valletta lo ha condannato a 15 anni. Un primo frutto della collaborazione è l'arresto avvenuto oggi di tre uomini sospettati di avere fornito l'ordigno piazzato sull'auto della cronista: secondo Muscat è stato attivato con un codice inviato tramite sms
L’hanno uccisa con un codice inviato via sms: “Rel1 = on“. Così circa 30 secondi dopo è stata attivata la bomba nascosta nell’auto di Daphne Caruana Galizia. È in questo modo è stata assassinata la giornalista maltese. A raccontarlo agli investigatori è stato Vince Muscat, uno dei tre sospettati per l’omicidio che si è dichiarato colpevole. A riportarlo è il Times of Malta. Muscat è stato condannato a 15 anni di carcere. Prima di emettere la sentenza, la giudice del Tribunale della Valletta, Edwina Grima, ha chiesto a Muscat se intendesse ripensare la dichiarazione di colpevolezza. L’uomo, cha ha cominciato a collaborare con la giustizia nella primavera 2019, ha confermato: “Non ce n’è bisogno”.
Il colpo di scena arriva una settimana dopo che Muscat ha cambiato strategia difensiva, a differenza dagli altri due accusati dell’omicidio, i fratelli George e Alfred Degiorgio. Fonti hanno riferito al Times of Malta che Muscat ha collaborato con le autorità nella speranza di ottenere una riduzione della pena dopo che il governo ha negato la sua richiesta di ricevere la grazia. Quello che è andato in scena in tribunale ha confermato una svolta nel processo: Elaine Mercieca, che rappresenta l’ufficio del procuratore generale, ha detto alla corte che l’ufficio e l’avvocato di Muscat hanno presentato una domanda congiunta per quanto riguarda la pena. Il tribunale ha preso atto di tale richiesta e ha consentito che le osservazioni riguardanti la pena di Muscat si svolgessero a porte chiuse, con i soli membri della famiglia Caruana Galizia ammessi.
A Muscat, prosegue il quotidiano maltese, è invece stata garantita la grazia presidenziale in cambio di informazioni relative all’omicidio nel 2015 dell’avvocato Carmel Chircop. Il provvedimento è stato approvato ieri dal governo.Un primo frutto della collaborazione di Muscat con le autorità è l’arresto avvenuto oggi di tre uomini sospettati di avere fornito l’ordigno utilizzato per assassinare Caruana Galizia. I fratelli Adrian e Robert Agius e il loro associato Jamie Vella sono stati arrestati nel corso di un’operazione della polizia. Già nel dicembre del 2017 i tre erano stati arrestati duranto uno dei raid che servivano a cercare gli assassini di Caruana Galizia. Un quarto uomo, l’imprenditore Yorgen Fenech, è accusato di avere pagato i tre uomini per l’omicidio. Fenech ha sempre negato le accuse.
In una dichiarazione letta in aula, la famiglia di Caruana Galizia ha detto di sperare che l’ammissione di colpevolezza fatta da Muscat possa portare alla “piena giustizia” nella vicenda. Il mese scorso, il figlio della giornalista, Matthew, aveva raccontato in aula che insieme alla madre aveva trascorso gran parte del 2017 ad indagare su una vicenda di corruzione legata alla costruzione di una centrale elettrica da parte della Electrogas, un consorzio del quale è azionista Fenech.
Secondo Muscat il piano originario era quello di sparare alla giornalista con armi di precisione. Agius e Vella avevano pure fornito dei fucili con mirini telescopici ma le armi erano difettose. A quel punto si è deciso di cambiare strategia e puntare all’utilizzo di un’autobomba. Muscat ha descritto il dispositivo esplosivo: era grande la metà delle dimensioni di un foglio A4 e si attivava con un codice da inviare tramite sms. Un messaggio di morte che – sempre secondo Muscat – sarebbe stato inviato da George Degiorgio. Erano le 15 del 16 ottobre 2017: trenta secondi dopo l’auto con a bordo Caruana Galizia è saltata in aria.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.