“Nella terra dell’interiorità, Ulisse deve ricordare chi è, prima di poter ritornare”. Non trovate anche voi che sia incredibile come questa storia composta quasi 3mila anni fa sia ancora così tremendamente attuale? Nel 2021, nel pieno della pandemia di Covid, prendetevi qualche ora per riscoprire Ulisse, spiegato magistralmente dalla professoressa Cristina Dell’Acqua, autrice de “Il nodo magico” (Mondadori). D’altra parte l’aveva capito anche Dante, già 700 anni fa, che questo personaggio mitico e mitologico era l’emblema di quel percorso di crescita personale che tutti noi siamo chiamati a compiere prima o poi. Con il piglio dell’insegnante e una narrazione che trasuda cura e passione, Dell’Acqua ci fa rileggere l’Odissea con occhi nuovi, spiegando, analizzando, sezionando ogni piega della vicenda e portando alla nostra attenzione tanti, troppi dettagli di questa incredibile storia che abbiamo sempre trascurato nei nostri anni di studio matto e disperato. Eppure sono lì da 3mila anni, racchiusi in quella sublime meraviglia che è la lingua greca antica, capace di esprimere al contempo 100 significati con una sola parola. Questo libro è una lectio magistralis sull’Odissea, che mette al centro Ulisse e i nodi che segnano il suo ritorno verso casa: Nausicaa, Circe, Calipso, Penelope, Anticlea, Atena, sono queste donne a guidarlo attraverso il suo dolore e la sua nostalgia, aiutandolo a portare a termine quel percorso di ricostruzione della memoria di chi è stato e di chi diventerà. L’autrice abbatte tanti stereotipi e pregiudizi sul nostro immaginario omerico (vedere Circe “seduttrice senza scrupoli”, ad esempio) e ci riconsegna un nuovo Ulisse che non è più “Nessuno” ma tutti noi. “Per ricordare, oggi e sempre, che nei legami è riposta la nostra libertà”. Voto (da classicista incallita): 9. P.s. consigliatissimo anche (e soprattutto!) a tutti gli studenti che stanno studiando l’Odissea: una lettura chiarificatrice, oltre che ricca di spunti per far colpo sui prof.