Si è spento a 101 anni Lawrence Ferlinghetti, poeta e a lungo proprietario del City Lights, la libreria e casa editrice di San Francisco che fece da culla alla Beat Generation e contribuì a dare alla città il ruolo di centro letterario e della rivoluzione culturale che sarebbe sfociata nel Sessantotto. La morte è avvenuta lunedì nella sua casa di San Francisco. Il figlio Lorenzo ha riferito che a causare il decesso è stata una malattia polmonare.
Figlio di una donna di origini francesi e portoghesi e di un italiano emigrato negli Usa a fine Ottocento (Carlo Ferlinghetti, che morì sei mesi prima della nascita del figlio), Ferlinghetti trascorse l’infanzia in Francia, a Strasburgo, affidato a una zia dopo il ricovero della madre in manicomio. Si trasferì negli Usa quando la zia fu assunta come governante a New York. Studiò giornalismo e durante la Seconda guerra mondiale si arruolò in marina. Quando vide Nagasaki a pochi giorni dallo sgancio della bomba atomica decise di diventare un ”pacifista radicale” e di continuare i suoi studi a Parigi, ottenendo un dottorato alla Sorbona.
Lì incontrò il poeta statunitense Kenneth Rexroth, che in seguito lo convinse a trasferirsi a San Francisco, in California, per sperimentare la nascente scena letteraria della città. Lì fondò la libreria e casa editrice City Lights, simbolo del movimento culturale Beat. Finì in prigione per aver pubblicato Urlo, di Allen Ginsberg, condannato per oscenità. Pubblicò anche i primi lavori di Jack Kerouac.