Il primo atto pubblico sottoscritto dalla maggioranza a larghe intese che sostiene il governo di Mario Draghi ha come oggetto la giustizia. Il giorno dopo in cui Pd e M5s hanno bloccato il blitz di Fratelli d’Italia per cancellare la riforma della prescrizione – mentre Lega, Forza Italia e Italia viva si sono astenute – arriva l’ormai noto ordine del giorno concordato dai capigruppo dei partiti con la nuova guardasigilli, Marta Cartabia. L’odg, presentato in aula alla Camera sul Milleproroghe, è stato sottoscritto da tutti i capigruppo in commissione Giustizia (Carla Giuliano per il M5s, Roberto Turri della Lega, Alfredo Bazoli del Pd, Pierantonio Zanettin di Forza Italia, Lucia Annibali d’Italia viva, Federico Conte di Leu, Enrico Costa di Azione) e impegna il governo a modifiche normative tese ad assicurare tempi del processo in linea con la media europea. Parallelamente Fratelli d’Italia tenta un nuovo blitz sulla prescrizione, con un odg che viene respinto grazie ai voti contrari di Pd e M5s mentre Lega, Forza Italia e Italia viva si astengono di nuovo. Alla fine Andrea Delmastro Delle Vedove di Fdi attacca: “Sull’istituto della prescrizione molto mal di pancia di governo, ma nessuna discontinuità rispetto alla infausta parentesi bonafediana al Dicastero della Giustizia. Il Governo Draghi sembra sempre più una prosecuzione del Governo Conte bis”.

Il governo, si legge nel testo, s’impegna “ad adottare le necessarie iniziative di modifica normativa e le opportune misure organizzative volte a migliorare l’efficacia e l’efficienza della giustizia penale, in modo da assicurare la capacità dello Stato di accertare fatti e responsabilità penali in tempi ragionevoli (art. 111 Cost.), assicurando al procedimento penale una durata media in linea con quella europea, nel pieno rispetto della Costituzione, dei principi del giusto processo, dei diritti fondamentali della persona e della funzione rieducativa della pena”. L’ordine del giorno è il risultato della mediazione della nuova ministra con i capigruppo della maggioranza in commissione Giustizia, per “sminare” il terreno da tentativi di agguato sulla prescrizione: Cartabia infatti si è impegnata ad affrontare il nodo della prescrizione solo all’interno delle riforme del processo penale. La stessa cosa che stava facendo il precedente esecutivo, ma in questo modo l’ex presidente della Consulta ha evitato che la nuova maggioranza andasse subito in pezzi.

Ieri però la maggioranza si è divisa sull’emendamento di Fratelli d’Italia, che puntava a posticipare l’entrata in vigore della riforma di Alfonso Bonafede: Pd e M5s hanno votato contro, Lega, Forza Italia e Italia viva si sono astenute. Alla fine l’emendamento di Fdi non è passato. E il partito di Giorgia Meloni ci ha riprovato anche oggi con un ordine del giorno firmato da Andrea Delmastro Delle Vedove che mirava ad impegnare il governo “ad adottare ogni iniziativa necessaria al fine di superare, quanto prima, la riforma della prescrizione voluta dal Ministro pro tempore Bonafede”. Il governo aveva dato parere contrario sul testo. Al momento del voto sono riemerse le posizioni differenti di ieri: Italia viva, Forza Italia e Lega si sono astenuti, mentre Pd e M5s hanno votato contro (anche per respingere l’odg, altrimenti sarebbe stato approvato se tutti si fossero astenuti). Azione non ha partecipato al voto: l’odg è stato respinto con con 241 voti contrari e 27 voti favorevoli. Dopo Delmastro pure Alberto Balboni, vicepresidente della commissione Giustizia, attacca la nuova inquilina di via Arenula, accusandola di seguire le politiche del suo predecessore: “Sulla prescrizione il nuovo ministro della Giustizia si comporta esattamente come il suo predecessore. Rinviare ad una futuribile riforma del processo penale la soluzione al gravissimo vulnus arrecato dalla riforma della prescrizione voluta da Bonafede al principio costituzionale della certezza del diritto, significa lanciare la palla in tribuna e lasciare che la riforma, che di fatto abolisce la prescrizione, continui a produrre i suoi nefasti effetti nel nostro ordinamento giudiziario”.

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