Stesse tempistiche di vaccinazioni per tutte le persone con patologie che hanno le medesime implicazioni respiratorie e che presentano comorbità equivalenti. A chiederlo sono Famiglie SMA e l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm), in accordo con i Centri Clinici NEMO. Le associazioni hanno inviato una lettera al ministro della Salute in merito ai vaccini prioritari da effettuare su tutti i soggetti considerati fragili e a rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19, chiedendo che siano inclusi anche i loro caregiver. Le due organizzazioni chiedono a Roberto Speranza di allargare il “piano vaccinale anti SARS-COV-2/Covid-19 aggiornato attraverso raccomandazioni sui gruppi target delle vaccinazioni. Nel documento reso pubblico di recente ci sono novità riguardanti le persone con patologie neurologiche, specificando a titolo esemplificativo la SLA e la Sclerosi Multipla. Come associazioni di riferimento di patologie neuromuscolari riteniamo, onde evitare problematiche, sia utile inserire in maniera chiara tra le categorie anche le persone affette da malattie neuromuscolari (es. SMA e distrofie)”, scrivono nella lettera. Nella categoria 1 rientrano infatti: soggetti con malattie respiratorie, cardiocircolatorie, condizioni neurologiche e disabilità, diabete ed endocrinopatie severe, fibrosi cistica, patologia renale, malattie autoimmuni, malattie epatiche e cerebrovascolari, patologia oncologica, sindrome di Down, trapianto di organo solido, grave obesità.

Contattato da ilfattoquotidiano.it Marco Rasconi, presidente nazionale Uildm: “Siamo arrivati ad un livello tale per cui il mondo delle associazioni non ragiona più per patologia ma per bisogno delle persone, quindi inserire all’interno di alcune fasce di vaccinazioni determinate patologie che hanno le stesse implicazioni a livello respiratorio di altre che invece non sono state incluse, per noi non sembra corretto e appropriato”. Il numero uno della Uildm, che ha l’Atrofia muscolare spinale, aggiunge che “tutte le patologie neuromuscolari e tutte le malattie che hanno una implicazione respiratoria, e che quindi sono molto più a rischio rispetto al tema del Coronavirus oggettivamente, devono essere vaccinate per prime, ma sono da prendere in considerazioni tutte queste patologie comprese anche le distrofie muscolari”. Secondo Rasconi “dobbiamo riuscire a far si che il mondo delle disabilità venga visto in base alle criticità che ha e non a categorie di patologie. Ripeterlo tutti insieme rappresenta il fatto che il mondo delle disabilità è unito e trasversale su tanti temi, soprattutto su quello della salute durante la pandemia. Ci auguriamo davvero che si possa arrivare ad una conclusione che dia tranquillità a tutte le famiglie che hanno persone con disabilità che hanno particolari criticità, consapevoli che poi sarà necessario fare una riflessione anche sui caregiver famigliari da includere tra i soggetti prioritari nella campagna della vaccinazione”. La questione dei vaccini è critica anche perché le dosi che occorrono al momento non sono disponibili a sufficienza per la somministrazione e perciò il tema delle priorità è ancora più dirimente. “Ad un anno di distanza dall’inizio della pandemia sappiamo benissimo quanto prevenire sia l’arma più forte che abbiamo. Un piano vaccinale che non inserisce le persone con malattie neuromuscolari tra le categorie prioritarie sarebbe un errore che la nostra comunità non può accettare” dichiara al Fatto.it il presidente di Famiglie SMA, Anita Pallara. “Le nostre vite non possono rimanere in standby ancora per molto, ecco perché serve un accesso rapido ai vaccini. Inoltre – aggiunge Pallara – nelle patologie neuromuscolari salvaguardare la salute dei caregiver dev’essere altrettanto una priorità. Bisogna garantire il diritto alla salute oggi più che mai”.

Nella lettera datata 18 febbraio c’è scritto che “della SMA è importante sottolineare che la popolazione prevalente è composta da minori sotto i 16 anni, per garantire equità, protezione e promozione della salute chiediamo che vengano inserite nelle categorie prioritarie anche i genitori e i caregiver”. “Ricordiamo che da tempo insieme alla FISH stiamo portando avanti l’interlocuzione con le varie autorità nazionali e regionali proprio per avere garanzia di una priorità di vaccinazione per le persone con gravi patologie e con disabilità, per i loro caregiver, per gli operatori ed i volontari impegnati. Certi di un accoglimento positivo delle mostre richieste, restiamo a disposizione per qualsiasi supporto necessario” termina la lettera delle associazioni.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Trieste, perquisizioni a casa dei volontari che aiutano i migranti in arrivo da rotta balcanica. “Sconcertati, solidarietà vista come un reato”

next
Articolo Successivo

L’accesso universale ai vaccini è una necessità: basta ‘vaccinazionalismi’

next