L’ha colpita alla carotide con un’accetta e poi ha tentato di togliersi la vita. Un imprenditore agricolo di 39 anni, Lorenzo Cattoni, ha ucciso l’ex moglie Deborah Saltori, 42 anni, dalla quale si stava separando, a Cortesano, alle porte di Trento. L’uomo ha colpito la ex alla carotide con un’accetta e ha poi tentato il suicidio nel suo podere alle porte della città. L’allarme è stato lanciato da un passante che ha notato i due corpi a terra. Cattoni, che era ai domiciliari a casa dei genitori per maltrattamenti in famiglia ma poteva uscire per andare a lavorare sul suo terreno, è ricoverato in ospedale a Trento ed è in gravi condizioni.

Cattoni era stato arrestato – Il femminicidio è avvenuto nella campagna in cui l’uomo stava lavorando, non lontano dalla casa in cui la donna, madre di quattro figli dai 4 ai 17 anni, tre dei quali avuti da una precedente relazione, viveva dopo che i due si erano lasciati a causa delle violenze di lui. L’uomo, infatti, era già stato ammonito dal questore di Trento due volte per violenza domestica, anche durante una precedente relazione. L’allarme è stato lanciato da un passante che ha notato il corpo dell’uomo a terra verso le 15.30 di ieri pomeriggio. Solo pochi mesi fa era stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Trento perché negli ultimi quattro anni – secondo quanto avevano verificato gli investigatori – aveva più volte malmenato e vessato la compagna, fisicamente e psicologicamente.

Le violenze – Lo scorso novembre la donna si era presentata al pronto soccorso con una frattura composta dell’orbita sinistra, ma non aveva voluto dire ai medici come se la fosse procurata. Sul posto erano però arrivati i poliziotti della Squadra Mobile, allertati dal personale sanitario. Il drammatico racconto della 42enne si era quindi trasformato in una vera e propria denuncia, mai fatta prima per paura di ritorsioni. Gli episodi violenti, aveva raccontato, erano iniziati nel 2016, anche durante la gravidanza. Gli episodi più gravi erano avvenuti nel 2017, quando la donna – aveva raccontato lei alla polizia – era stata colpita al naso con dei pugni, e nel 2019. Ma a novembre 2020 Deborah Saltori aveva deciso di denunciare dopo essere stata colpita con un pugno.

“Rischiamo di non trovare più parole adatte, non scontate, di fronte alle uccisioni di donne. Eppure io credo che dobbiamo fermarci e trovarle. Dobbiamo interrogarci come maschi, come cittadini, come istituzioni. Due donne uccise in meno di due mesi in Trentino. A dicembre Agitu, oggi Deborah. Oggi è successo in un sobborgo di Trento, dentro la nostra comunità, in un luogo che può sembrare più sicuro di altri. E invece no. La strage non si ferma, ogni giorno. Rischiamo di viverla come lontana da noi ma non è così. Dobbiamo fermarci e capire come possiamo curare una società malata di violenza che produce maschi violenti che ammazzano mogli, compagne, fidanzate. Lo dobbiamo ad Agitu, a Deborah e alle loro famiglie“, ha scritto il sindaco di Trento, Franco Ianeselli.

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