Il primo paese arabo che ospiterà la più importante competizione del pallone in 10 ha costruito sette stadi, un nuovo aeroporto, strade, sistemi di trasporto pubblico, hotel e una città per la finale: il quotidiano britannico ha ricostruito che durante i lavori sono decedute in media 12 persone a settimana. La maggior parte delle vittime sono lavoratori immigrati trattati come veri e propri schiavi
Più di 6.500 lavoratori immigrati sono morti in 10 anni per costruire gli stadi di calcio in Qatar, paese che ospiterà la Coppa del mondo del 2022. Questa è l’analisi del Guardian, che spiega anche come la maggior parte delle vittime siano lavoratori immigrati trattati come dei veri e propri schiavi. Il Qatar è il primo paese arabo che ospiterà i Mondiali di Calcio: dopo l’assegnazione nel dicembre 2010, è iniziato un maxi-piano per la costruzione degli impianti. Sette stadi, un nuovo aeroporto, strade, sistemi di trasporto pubblico, hotel e una città per la finale. I lavori però sono costati una media di 12 vittime a settimana: più di 6.500 in totale.
I dati provenienti da India, Bangladesh, Nepal e Sri Lanka hanno rivelato che sono state 5.927 le persone morte dal 2011 al 2020. A questi si uniscono i dati dell’ambasciata del Pakistan in Qatar che hanno segnalato altri 824 decessi sul lavoro di cittadini pakistani. Ai 6.500 morti vanno aggiunti i decessi di immigrati da altri paesi come Filippine e Kenya e le vittime degli ultimi mesi del 2020. La maggior parte dei decessi è per cause naturali, in special modo insufficienza cardiaca o respiratoria acuta. Diversi i decessi causati da stress termico: un rapporto dell’Onu stabilisce che per almeno 4 mesi all’anno i lavoratori hanno faticato sotto le temperature del Qatar (che oscillano intorno ai 40° d’estate, arrivando fino ai 48° quando ci sono le correnti desertiche). Le famiglie delle vittime sono state lasciate senza risarcimenti o spiegazioni su come siano morti i loro cari.
Un portavoce del governo a Doha ha affermato che l’elevato numero di decessi è proporzionato alla quantità dei lavorati impiegati, oltre due milioni, pur sottolineando che ogni morte sul lavoro “è una tragedia”. Il portavoce ha inoltre spiegato che tutti i cittadini e gli stranieri dispongono di un’assistenza sanitaria gratuita di prima classe. Versione smentita dagli avvocati delle vittime, secondo i quali il Qatar non consente un’autopsia per chiarire le morti “inaspettate e improvvise”. “Con le misure di salute e sicurezza molto rigorose in loco… la frequenza degli incidenti nei cantieri della Coppa del Mondo Fifa è stata bassa rispetto ad altri importanti progetti di costruzione in tutto il mondo”, ha detto la Fifa, organo di governo del calcio mondiale, senza però fornire prove, come sottolinea sempre il Guardian.