Bologna e provincia da sabato diventeranno zona “arancione scuro“. La misura rimarrà fino al 14 marzo. Tra gli effetti del provvedimento, che sarà firmato dal presidente della Regione Stefano Bonaccini nella mattinata di venerdì, c’è anche la chiusura di tutte le scuole ad eccezione degli asili-nido e delle materne. Tutte le altre lezioni si svolgeranno a distanza. Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona. Bonaccini ha parlato di situazione che sta diventando “critica“, con “dati epidemiologici in progressivo peggioramento” a causa delle varianti del virus. “Ancora una volta occorre assumere una decisione che pesa, che ricade su tante persone e comunità, provate da mesi durissimi – aggiunge il presidente dell’Emilia Romagna – ma non potevamo rimanere fermi rispetto a quanto sta accadendo”. Bonaccini è tornato a chiedere al governo i congedi parentali.
Cosa dicono i dati? Nel mese di febbraio, a Bologna e provincia, l’incremento dei casi è stato del 16%, con un tasso standardizzato per 100mila abitanti del 340.3 (contro quello italiano di 140), cresciuto in modo esponenziale. Proprio questo, insieme al tasso dei ricoveri, è il motivo che ha portato alla decisione di istituire una zona “arancione scuro”, provvedimento già assunto nei giorni scorsi per il territorio di Imola.
In particolare, nella settimana dall’1 al 7 febbraio si sono registrati 200 casi per 100mila abitanti, saliti in quella successiva (8-14 febbraio) a 253, per arrivare a 340 casi ogni 100mila abitanti nella settimana dal 15 al 21 febbraio, con la variante inglese predominante nel territorio. Anche sul fronte delle strutture ospedaliere, la situazione registra una crescente pressione: se l’11 febbraio erano 556 i pazienti ricoverati nella rete ospedaliera metropolitana, la settimana successiva sono passati a 646, per arrivare a 754 di oggi.