Camillo Ricordi lavora presso l'Università di Miami e tra i massimi esperti al mondo di diabete, trapianti cellulari e medicina rigenerativa. L'approccio di Ricordi si basa su selezionate sostanze naturali protettive come Omega3, vitamina D, polifenoli e attivatori delle sirtuine, le proteine che “accendono” i geni coinvolti nella protezione contro l’invecchiamento
In attesa che arrivi il proprio turno per la vaccinazione anti-Covid e parallelamente all’utilizzo rigoroso di tutte le misure di precauzione raccomandate dalle autorità sanitarie, gli scienziati stanno studiando strategie alternative che possano cercare quantomeno di mitigare gli effetti dell’infezione da Sars-CoV-2. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati pubblicati numerosi studi che suggeriscono il ruolo di alcune sostanze “naturali” nella riduzione del rischio di sviluppare una forma grave dell’infezione: dalla vitamina D agli Omega 3, per fare qualche esempio.
Negli Stati Uniti, in particolare, è stato messo a punto uno specifico protocollo “naturale” che si pensa possa contribuire a rendere Covid-19 un po’ meno aggressivo. Il suo “ideatore” è Camillo Ricordi, scienziato italiano che lavora presso l’Università di Miami e tra i massimi esperti al mondo di diabete, trapianti cellulari e medicina rigenerativa. È lo stesso scienziato che sta portando avanti gli studi sulle staminali contro Covid-19 con risultati promettenti, almeno secondo le ultime pubblicazioni scientifiche. L’approccio di Ricordi si basa su selezionate sostanze naturali protettive come Omega3, vitamina D, polifenoli e attivatori delle sirtuine, le proteine che “accendono” i geni coinvolti nella protezione contro l’invecchiamento, e che stanno emergendo anche come fattori protettivi per aiutare a rendere la popolazione resistente alle forme più gravi di Covid-19. “Abbiamo lanciato uno studio molto importante: c’è un sito open access che si chiama www.fit4pandemic.com, dove viene spiegato dettagliatamente qual è la strategia che seguo personalmente e che consiglio ai familiari, agli amici e tutti i lavoratori in prima linea”, dice Ricordi. “Il protocollo prevede fondamentalmente l’assunzione di sostanze ‘naturali’, attivatori delle sirtuine, polifenoli e omega 3, vitamina D, vitamina C, e altre sostanze protettive che possono aiutare a evitare le reazioni iperinfiammatorie e iperimmuni che caratterizzano le forme più gravi Covid-19”, aggiunge.
Ma chiariamo subito: non è una strategia anti-Covid alternativa alle altre. “Si tratta piuttosto di una strategia complementare, che consiglio anche per evitare o minimizzare alcuni degli effetti collaterali talvolta associati ad alcuni vaccini”, precisa Ricordi. In realtà, questo stesso protocollo era già allo studio prima dello scoppio della pandemia. “Stiamo studiando strategie simili per bloccare la progressione di malattie autoimmuni, come il diabete di tipo I, la psoriasi, il morbo di Crohn e così via”, spiega Ricordi. “Stiamo affrontando un’epidemia crescente di malattie autoimmuni, circa un centinaio di patologie che colpiscono il 20% della popolazione. Questa epidemia di malattie autoimmuni – prosegue – secondo noi può avere una base comune anche con i casi più gravi di Covid. Riteniamo, ad esempio, che ci possono essere delle carenze di sostanze protettive, a causa della dieta, dello stile di vita, che ci vede sempre meno attivi come esercizio fisico, un altro fattore protettivo di importanza fondamentale. Stile le di vita e carenza di sostanze protettive, soprattutto nelle diete ricche di nutrienti altamente processati e ad alto indice glicemico, con pochi polifenoli e pochi attivatori delle sirtuine, pochi omega 3, si può compensare”.
Mentre ogni famiglia potrebbe facilmente includere un tapis roulant di fianco o al posto del divano di fronte alla televisione, modificare l’alimentazione è difficile e complicato. Da qui l’idea di un protocollo ad hoc per integrare queste carenze in maniera equilibrata. Al centro del protocollo di Ricordi ci sono gli “attivatori delle sirtuine”, una classe di proteine naturalmente presenti nel nostro organismo che regolano importanti vie metaboliche e sono coinvolte, tra l’altro, nell’invecchiamento e nello stress. Numerosi studi pubblicati suggeriscono che le sirtuine possono migliorare notevolmente lo stato della salute umana. “Sorprendentemente studi di ricerca stanno rivelando come queste sostanze possano avere un effetto protettivo anti virale, incluso patologie legate ai coronavirus, come il Covid-19. Polifenoli e attivatori delle sirtuine si stanno infatti rivelando protettivi e contribuire alla prevenzione della tempesta di citochine che caratterizza la maggior parte delle infezioni gravi”, sottolinea Ricordi. In questa direzione diversi gruppi internazionali stanno studiando Sirt500, una nuova combinazione di fattori protettivi in grado di stimolare la naturale produzione delle sirtuine, con l’obiettivo di compensare e rafforzare un meccanismo che è già presente nell’organismo, ma che diminuisce di efficacia con il progredire dell’età.
Gli effetti benefici sono ancora oggi oggetto di studio. Sono infatti in corso una serie di sperimentazioni con l’Università di Miami su alcune proprietà di Sirt500 in relazione alla stimolazione delle isole pancreatiche al fine di provarne l’efficacia nel diabete. L’Università La Sapienza di Roma, invece, sta sperimentando Sirt500 sul virus influenzale e sul Sars-CoV-2. Inoltre l’Istituto San Raffaele sta sperimentando il composto sulla replicazione neuronale al fine di testarne l’efficacia su Alzheimer e Parkinson. Sembrerebbe quindi che da una combinazione di molecole nate come anti-invecchiamento possano emergere molti altri altri effetti benefici. “Mentre solo rigorosi studi scientifici controllati potranno stabilire con certezza la validità di questo protocollo, molti di noi lo stiamo già seguendo come strategia preventiva di buonsenso sostenuta da diversi studi preclinici. In presenza di una pandemia molti non pensano di poter aspettare anni per i risultati di una verifica rigorosa che potrebbe emergere da studi pluriennali su larga scala”, conclude Ricordi.