La caduta del governo Conte II può rappresentare uno degli episodi più incredibili della storia politica recente, a prescindere da un giudizio politico meditato sulle caratteristiche i limiti e le qualità dell’azione che l’ha contraddistinto. Nella recente storia nazionale non si ricorda un episodio altrettanto aggressivo, per certi versi violento, di attacco politico ad un governo nel pieno della sua attività da parte di una componente minoritaria della maggioranza che abbia prodotto nel volgere di pochi giorni un esito così destabilizzante.
In assenza di gravi e palesi motivi di contrasto, all’interno della coalizione, tali da prefigurare questo esito, è veramente inusitato constatare che non c’è stata da un certo punto in avanti nessuna possibilità di evitare la caduta del governo e la rimozione del presidente del Consiglio, nel momento in cui godeva di considerazione e approvazione nazionale e internazionale.
La crisi, in parte frutto di un conflitto strisciante da parte di Matteo Renzi che non aveva impedito l’ordinario svolgimento dell’azione di governo, ad un certo punto ha assunto dimensioni e toni non più controllabili, al punto tale che è apparsa del tutto insufficiente la reazione degli altri componenti della maggioranza, evidentemente colti di sorpresa dall’incursione. La crisi, fino ad un certo punto contenuta su argomenti polemici già noti – il Mes, la prescrizione, la gestione dei servizi – è diventata sulle pagine dei giornali e in tutti i media mainstream da subito conflitto insanabile.
Gli opinion maker più noti sulle pagine dei giornali, nelle televisioni, nei siti web, sono scesi in campo in forze, in una campagna che ha cominciato a battere il tamburo dello scontro irresolubile e della fine del governo prima ancora che la crisi fosse annunciata. È interessante seguire le pubblicazioni di uno dei quotidiani in questione, la Repubblica, che si è reso protagonista del resoconto degli avvenimenti con maggiore dovizia d’informazioni.
Domenica 27 dicembre, ancora a pagina 12 un articolo di taglio medio di Giovanna Vitale, segnala una discussione sul Recovery fund in cui Renzi mostra insoddisfazione sul lavoro svolto, è una delle prime notizie sull’argomento.
Lunedì 28 dicembre la notizia va in prima pagina: Pd e Italia viva, “Sul recovery tutto da rifare”.
Martedì 29 dicembre Prima pagina, la notizia monta con l’intervista titolata “Gentiloni rischio Recovery”, seguono otto pagine sull’esplosione della crisi: Giovanna Vitale, “Mes, Servizi, Recovery” argomenti di scontro.
Mercoledì 30 dicembre Prima pagina titolo “Svolta o perdiamo i fondi Eu”, intervista Gualtieri occhiello in prima di Stefano Folli: “L’Europa critica il Recovery”, intervista a Sabino Cassese “Servono tecnici capaci e non generici”.
Giovedì 31 dicembre prima pagina “Governo appeso a un filo”, Cuzzocrea: “il leader di Iv verso la crisi, senza me non ce la fanno”.
Sabato 2 gennaio prima pagina “Critica alla gestione vaccini”, Stefano Folli: “se si apre la crisi dimissioni dovute”.
Domenica 3 gennaio prima pagina “scontro Stato Regioni sui vaccini”, Cuzzocrea prefigura gli scenari, al punto 4 c’è Draghi e governo tecnico.
Lunedì 4 gennaio prima pagina “il governo Conte bis a fine corsa”, articoli: “Conte cede sui recovery, Renzi segna un punto”, ministra Bonetti di Iv: “pronti a fare le valigie, Ilvo Diamanti: “il partito di Conte”
Mercoledì 6 gennaio Prima pagina “comincia il toto ministri – si avvicina la conta”, intervista a D’Alema: “l’uomo più popolare del paese, non può essere cacciato da più impopolare”.
Giovedì 7 gennaio Prima pagina “offerta di rimpasto Renzi non risponde”, Stefano Folli: “il dualismo Conte Renzi”.
Venerdì 8 gennaio Giovanna Vitale, resoconto delle dichiarazioni di conte sulla vicenda americana, troppo tenera con Trump.
Sabato 9 gennaio Prima pagina “scontro e ultimatum”, intervista al leghista che di essere stato contattato da Conte per passare con lui. Stefano Folli adombra che Renzi parli in collegamento con l’Europa.
Domenica 10 gennaio Renzi a Conte “errore politico volere la conta in aula”, Claudio Tito: “tempo scaduto”.
Lunedì 11 gennaio Editoriale Ezio Mauro: “il governo ha esaurito la spinta propulsiva”.
Martedì 12 gennaio Prima pagina “governo ultimo atto, la crisi può esplodere stasera”, già previsto il ritiro della delegazione. Stefano Folli: le ambizioni e la responsabilità, le ambizioni di Conte di gestire la Recovery e umiliare Italia viva.
Mercoledì 13 gennaio prima pagina “la maggioranza non c’è più”, Claudio Tito: “e la politica ignora il paese”.
Giovedì 14 gennaio prima pagina “lo strappo di Renzi”, Stefano Folli: “è finita una stagione”
Venerdì 15 gennaio prima pagina “la conta di Conte” il premier cerca i responsabili. Stefano Folli “un leader in penombra”
Sabato 16 gennaio prima pagina “soccorso bianco per Conte”, Claudio Tito: “improbabilità di legittimazione del governo con numeri risicati in Senato” il “partito di Conte” danneggerebbe il Pd.
Domenica 17 gennaio “Conte rischia tutto” Berlino “crisi sbagliata ma il vostro Recovery ancora non c’è”. Molinari: “abbiamo l’occasione di rafforzare il nostro ruolo in Europa. Abbiamo bisogno di un governo italiano capace di essere protagonista. No al mercato delle vacche”.
Lunedì 18 Gennaio prima pagina: Conte la carta antisovranista.
Martedì 19 gennaio prima pagina: Conte una fiducia fragile.
Mercoledì 20 gennaio prima pagina: Un governo piccolo piccolo. Dopo il voto in Camera e Senato non si sa che sviluppi ha la crisi.
Giovedì 21 gennaio prima pagina, occhiello: “Mattarella preoccupato per il paese diviso”, interni: Conte accelera sui gruppi, nessuna apertura a Renzi. Si rafforza l’ipotesi che ci sia una nuova maggioranza, l’avviso è non far stravincere Conte.
Venerdì 22 gennaio prima pagina: “basta ritardi sul Recovery”, avviso dell’Europa sui presunti ritardi – Addio Udc.
Sabato 23 gennaio prima pagina “Conte prova il III atto”, interni: Fine corsa, Claudio Tito: “i doveri di leader” Stefano Folli: “una stagione finita”.
Domenica 24 gennaio prima pagina “vaccini Conte all’attacco” cresce la fronda pro Renzi nel Pd.
Lunedì 25 gennaio prima pagina: una parte del Pd per ricucire con Renzi. Claudio Tito: Conte dimissioni sul tavolo.
Martedì 26 gennaio prima pagina: Conte si dimette, crisi al buio. Giovanna Vitale: il Pd diviso sul premier Guerini, un nuovo patto con Renzi ma Conte deve restare.
Mercoledì 27 gennaio prima pagina: Conte nelle mani di Renzi. Gli serve Renzi ma non si fida. Folli: il tramonto di Conte e la posta in gioco. L’uomo si sa è impolitico ma fortunato.
Giovedì 28 gennaio prima pagina: Conte Pd e 5S non bastano. Stefano Folli: i sansepolcristi della lista Conte.
Venerdì 29 gennaio prima pagina: Renzi congela Conte. Stefano Folli: Nessun veto molti ostacoli. Claudio Tito: Draghi l’invisibile protagonista.
Sabato 30 gennaio prima pagina: Fico in cerca di un premier.
Domenica 31 gennaio prima pagina: Contratto di governo. Maurizio Molinari: un premier europeo per l’Italia.
Lunedì 1° febbraio prima pagina: Battaglia sul contratto.
Martedì 2 febbraio prima pagina: Conte Renzi sfida all’ultimo all’ultimo respiro. Stefano Folli: un premier in gabbia.
Se si leggono i titoli, sia di prima pagina che molti commenti, tenendo presente la cronologia degli avvenimenti si percepisce che il giornale sostanzialmente anticipa sempre quel che accade puntualmente dopo, come su un percorso guidato. In ogni passaggio, se vogliamo tranne nel tentativo di Conte in parte fallito di formare una nuova maggioranza, in cui ad un certo punto è apparsa una soluzione possibile, il quotidiano non ha commentato gli avvenimenti ma li ha sostanzialmente annunciati, costantemente orientato in senso ostile al governo e al presidente del Consiglio, considerato inadeguato, fallace, perdente.
Se si fa lo stesso semplice screening che qui ho svolto su altre testate, telegiornali e talk show, ci si rende conto del “volume di fuoco” che è stato messo all’opera per sostenere l’azione destabilizzatrice di Renzi & C. Ora per quanto si possano svolgere considerazioni politologiche che riconoscono piena legittimità a questa azione, non può non apparire il modo in cui si è svolta molto simile ad un vero e proprio complotto, che in un paese come il nostro certo non sono un buon sintomo di salute democratica.