Primo vertice in vista del rinnovo del Dpcm, che sarà valido fino a dopo Pasqua e forse approderà venerdì in Cdm. Gelmini: "Il sistema dei parametri si può affinare, ma probabilmente non con il decreto in arrivo". Pressing per aperture serali dei ristoranti, mentre Franceschini cerca una mediazione su cinema e musei. Verso il no alla riapertura di piscine e palestre e si ragiona sul rinnovo del blocco della mobilità interregionale
Le nuove regole anti-Covid che confluiranno nel Dpcm valido fino a dopo Pasqua sono sul tavolo dell’incontro tra governo e Regioni. Sono diversi i nodi da sciogliere nel faccia a faccia tra i ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, che durante l’informativa al Senato è stato molto chiaro: “Non è il momento di abbassare la guardia”. Insomma, la “bussola” del nuovo provvedimento firmato Mario Draghi – che come durante l’esecutivo Conte sarà un Dpcm e non un decreto – sarà la “salvaguardia del diritto alla salute”. Chi chiedeva un rilassamento delle misure, insomma, resterà deluso. Anche se dalle Regioni, compreso il presidente della Conferenza Stefano Bonaccini, è forte il pressing per la riapertura dei ristoranti in orario serale.
È stato uno dei principali punti di discussione al vertice, a cui hanno partecipato anche l’Upi e l’Anci, insieme all’obiettivo che punta a raggiungere il comparto cultura: una riapertura ‘controllata’ di cinema e teatri, nonché un’estensione del via libera a musei e mostre. Mentre la maggior parte delle Regioni – in particolare i presidenti Michele Emiliano e Vincenzo De Luca – hanno avanzato la richiesta di un parere del Comitato tecnico scientifico sull’apertura delle scuole alla luce dell’incidenza della variante inglese. Un punto sul quale Gelmini ha preso l’impegno ad approfondire, a nome del governo, pur sottolineando come sia “una contraddizione” chiedere la chiusura delle scuole e la riapertura di altre attività.
In ballo ci sono anche i criteri per il passaggio di colore: “Il sistema dei parametri si può affinare, ma probabilmente non con il decreto in arrivo, ci vorrà un tavolo tecnico – ha avvisato Gelmini – In ogni caso, per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì”. Ma il sistema a fasce resterà, perché, ha sottolineato Gelmini, ha permesso di “scongiurare un lockdown generalizzato e questo deve essere l’obiettivo principale anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi”. La ministra ha anche promesso maggiore preavviso sulle regole: “Il governo sta lavorando intensamente in queste ore sul nuovo provvedimento anti-Covid. Sono naturalmente in costante contatto con Palazzo Chigi e contiamo di farvi avere, nella giornata di domani, con grande anticipo rispetto alla scadenza del 5 marzo, una prima bozza del Dpcm”. Per l’esecutivo Draghi, ha aggiunto, “è fondamentale il confronto costante con le Regioni e anticipare le decisioni, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita”. Il testo, stando a quanto si apprende, potrebbe approdare in Consiglio dei ministri già domani (venerdì, ndr).
Il fronte più caldo è quello dei ristoranti aperti negli orari serali: la Lega spinge per un via libera, trovando anche la sponda del dem Bonaccini. Ma la moral suasion è destinata al fallimento, per la netta contrarietà degli scienziati. Piuttosto, il governo ribadirà l’impegno a ristori certi e rapidi per il settore, in estrema sofferenza perché tra i più colpiti dalle chiusure nell’ultimo anno. Il Comitato tecnico scientifico ha raccomandato la massima cautela anche per quanto riguarda palestre e piscine, che quindi resteranno chiuse. Il fronte ‘aperturista’ spinge per le lezioni individuali, ma la ripresa del contagio nelle ultime due settimane frena anche questa ipotesi.
Spiragli invece ci sono per un via libera alla riapertura anche nel week end per musei, parchi archeologi e mostre. Ad oggi, in zona gialla, è già così ma solo dal lunedì al venerdì per evitare un flusso massiccio nel corso nelle giornate di sabato e domenica. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha chiesto un parere al Cts, che arriverà nei prossimi giorni. Il Comitato ha già invece stilato un nuovo protocollo per i cinema e i teatri, sempre in vista di una riapertura controllata che il ministro vorrebbe nel giro di un mese. Tra i punti fermi, in caso di via libera, ci sono l’obbligo della mascherina Ffp2, i biglietti nominativi e prenotabili solo on-line e la sanificazione al termine di ogni spettacolo. Un’ipotesi confermata dalla ministra per gli Affari Regionali: “Stiamo lavorando per una graduale riapertura dei luoghi di cultura – ha spiegato Gelmini – Il ministro Franceschini ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate. È un percorso, non è un risultato ancora acquisito. Ma è un segnale che va nella giusta direzione”.
È data per scontata invece l’estensione del divieto di spostamento tra Regioni, in scadenza il 5 marzo. Visto l’impianto rigido delle regole anti-Covid, la mobilità interregionale, anche tra aree in zona gialla, è destinata a rimanere congelata almeno per tutto il periodo di validità del prossimo Dpcm. Quindi niente rientri a casa per le festività pasquali, visto che il provvedimento in via di formulazione scadrà dopo Pasquetta. Come avvenuto con il Natale, il governo vuole evitare esodi e riunioni familiari per scongiurare una ripresa della circolazione del virus, anche in virtù della preoccupazione legata alle varianti. Di conseguenza una stretta arriva anche per le seconde case, chi vive in area gialla o arancione potrà spostarsi, anche se si trovano fuori regione a patto che la casa non si trovi in fascia “arancione scuro” e in zona rossa.