Così, a margine della Direzione nazionale, è stata la vice presidente del partito Debora Serracchiani a spiegare: “C’è un tentativo di logoramento del segretario come rivendica Orlando? C’è una discussione all’interno del Pd, che oggi abbiamo fatto in modo corretto, questa è una discussione sana. Non penso invece che dobbiamo aprire congressi che ora possono creare solo logoramento in un momento in cui mi pare che la cosa più importante sia il piano vaccini”. Per poi aggiungere, dopo le critiche di sindaci come Dario Nardella (Firenze) e Giorgio Gori (Bergamo) alla segreteria: “Sbagliano ad alimentare polemiche? No, il nostro è un partito plurale. Non c’è alcun derby tra partito ed amministratori”. Lo stesso Gianni Cuperlo rivendica: “C’è una discussione importante da fare che riguarda il futuro del Pd e come ricollocarlo in un’era nuova. Il Congresso? Appena si potrà, ora invocarlo mentre si discute se rimandare o meno i ragazzi a scuola è paradossale”. Mentre è Luigi Zanda a spiegare come, a suo dire, il “Congresso serve, ma che rifletta sulla natura del PD, non sulle alleanze, quelle vengono dopo”.
Dalla minoranza, però, insistono: “Nessun tentativo di logoramento nei confronti del segretario, è sbagliato vivere il nostro dibattito rispetto a un segretario che non c’è più (Renzi, ndr) ed è in un altro partito (Italia Viva, ndr)”, attacca il senatore Tommaso Nannicini. Che conclude: “Serve una discussione vera. Se non vogliamo chiamarlo Congresso, va bene, ma l’importante è farlo, perché l’ultimo appartiene a un’era geologica che non c’è più, prima di una scissione”.