L’Agenzia europea del farmaco ha avviato l’esame dei dati sul vaccino di Novavax in “revisione continua” (rollingo review) il 3 febbraio scorso in attesa di dati e prove sufficienti per una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio. Ma intanto dall’azienda arrivano risultati confortanti. “È una buona notizia per il mondo intero, il nostro vaccino anti-Covid ha un’alta efficacia anche contro le varianti inglese e sudafricana; ha un basso costo di produzione, e si conserva in un normale frigo” dice Gregory Glenn, presidente della Novavax e responsabile per la ricerca, in una intervista a La Repubblica.
Novavax, con cui l’Europa è in trattativa per firmare un contratto, ha fatto partire il più vasto trial di fase 3 del suo vaccino in Usa e Messico con 30mila volontari in 118 diversi siti. I dati precedenti – provenienti da test condotti in Gran Bretagna – avevano mostrato una efficacia pari all’89.3%. Il nuovo studio fornirà dati significativi grazie all’ampia presenza di fasce di popolazione a volte non adeguatamente rappresentate: gli ultra 65enni sono ad esempio, infatti, più del 13% dei partecipanti. Importante anche la diversità dei volontari: il 20% sono ispanici, il 13% neri e il 5% asiatici americani. “Sara’ importante dimostrare che che il vaccino NVX-CoV2373 è sicuro ed efficace in vari e diversi segmenti di popolazione” aveva spiegato Glenn.
Novavax potrebbe essere il quarto vaccino made in Usa ad essere approvato con una possibile capacità secondo il top manager, di due miliardi di dosi in un anno. Il vaccino è stato sviluppato con la tecnica delle proteine ricombinati: contiene una proteina spike di prefusione a tutta lunghezza realizzata utilizzando la tecnologia delle nanoparticelle ricombinanti e un adiuvante. “La proteina purificata è codificata dalla sequenza genetica della proteina spike (S) Sars Cov 2 ed è prodotta nelle cellule degli insetti. Non può causare Covid né replicarsi, è stabile a una temperatura compresa tra 2 ° C e 8 ° C e viene spedito in una formulazione liquida pronta per l’uso che consente la distribuzione utilizzando i canali della catena di approvvigionamento dei vaccini esistenti” avevav spiegato l’azienda nel giorno della presentazione dei dati.
“Questa tecnologia costa molto meno di altre, anche se comunque bisogna sempre ricordare che il vaccino viene distribuito gratis alle popolazioni. La facilità di fabbricazione consente di progettare volumi molto alti, dell’ordine dei due miliardi di dosi all’anno e la conservazione in frigo normale consente di coinvolgere le farmacie nell’inoculazione di massa” ha spiegato Glenn a Repubblica. Per la distribuzione in Europa Glenn dichiara che ci sono stabilimenti nel Regno Unito, Spagna, Repubblica ceca, e la produzione massiccia potrebbe iniziare nel secondo trimestre.