“Io coi 5 Stelle, anche con quelli che sono andati via, farei un campo progressista. Dobbiamo avere la generosità e l’apertura mentale per capire che bisogna fare questa operazione, che non è di vertice. Deve essere una chiamata larga e una discussione aperta su un progetto radicalmente nuovo”. Sono le parole del deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, intervistato a “L’aria che tira”, su La7.
Alla domanda della giornalista Myrta Merlino sulla possibilità che il federatore di questo campo progressista sia l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Bersani risponde affermativamente e aggiunge: “Conte deve anche cercare di dare una mano al M5s e aiutarlo verso una fase definitiva e compiuta di maturazione sul piano dell’identità e della organizzazione, naturalmente in un’ottica aperta alla costruzione di un campo con altri. Questo, secondo me, è il contributo può dare Conte”.
Bersani torna sulle linee del programma condiviso da realizzare: “Non sarebbe così complicato declinare su un progetto nuovo temi essenziali e di valore, come il lavoro, le diseguaglianze, il green che va imparentato col tema sociale, purché i partiti maggiori, come il Pd e il M5s, non pensino di risolvere la loro crisi solo in casa propria e capiscano che bisogna lavare i panni in un’acqua larga. Io credo che rapidamente potremo fare un passo avanti. Bisogna mettersi in gioco, c’è tanta roba fuori. Non è affatto vero che il campo progressista è minoranza in questo Paese. E’ l’offerta politica a essere insufficiente”. Alla conduttrice che cita “gli Stati Generali” del campo progressista, Bersani replica: “Ma sì, lo chiameremo Ugo, dai. Chiamiamolo come vogliamo, l’importante è che si facciano. Ci vuole iniziativa. Non si può star fermi sulle gambe e guardarsi solo in casa. Attenzione. Se passa questa occasione qui, possiamo pure riposarci: arriva la destra. Io la penso così, quindi è un dovere muoversi”.