La Consulta boccia la riforma del lavoro di Elsa Fornero, nella parte che eliminava l’obbligo di reintegrare nel posto il lavoratore licenziato arbitrariamente. La sentenza, emessa due giorni fa e di cui ancora si attendono le motivazioni, ha dichiarato incostituzionale il testo dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori come modificato dalla legge 92/2012 “là dove prevede la facoltà e non il dovere del giudice di reintegrare il lavoratore arbitrariamente licenziato in mancanza di giustificato motivo oggettivo”. Reintegra che sarebbe poi stata del tutto esclusa con il Jobs Act del governo Renzi, a sua volta dichiarato incostituzionale nella parte in cui determinava in modo rigido l’indennità spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato.

La questione era stata sollevata dal Tribunale di Ravenna. In attesa del deposito della sentenza, l’ufficio stampa della Corte costituzionale ha fatto sapere che la questione è stata dichiarata fondata con riferimento all’articolo 3 della Costituzione in base al quale “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. La Corte ha ritenuto che sia irragionevole – in caso di insussistenza del fatto – la disparità di trattamento tra il licenziamento economico e quello per giusta causa: in quest’ultima ipotesi è previsto l’obbligo della reintegra mentre nell’altra, in base alla riforma, è lasciata alla discrezionalità del giudice la scelta tra la stessa reintegra e la corresponsione di un’indennità. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane.

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