Sonia Fregolent, avvocato, senatore e consigliere comunale in un paese del Trevigiano, ha ricevuto dal Comune un rimborso di 240 euro nell'ambito della campagna “Prendiamoci cura”, da destinare come ristoro per le maggiori spese sostenute dai cittadini a causa del Covid: ne aveva diritto, ma resta una questione di opportunità. Il commissario provinciale del Carroccio: "Sono incredulo, non so spiegarmelo"
Un nuovo caso ristori scuote la Lega Veneta. A Sernaglia della Battaglia la senatrice Sonia Fregolent, avvocato, senatore e consigliere comunale, ha ricevuto dal Comune un rimborso di 240 euro come contributo per la quota pagata per la partecipazione del figlio ai centri estivi. Fregolent si è avvalsa di un contributo pubblico di cui aveva diritto, ma il fatto che abbia accettato il denaro qualche problema di opportunità, non di legittimità, lo ha posto. Fregolent, infatti, è stata eletta senatrice nel 2018 e quindi gode di un lauto stipendio. Inoltre è stata sindaco di Sernaglia per due mandati, ininterrottamente dal 2009 al 2019. Poi ha fatto il salto nella politica nazionale, ma continua a ricoprire un seggio in consiglio comunale. L’interessata si è giustificata: “Ho già sistemato tutto. Ho donato il contributo all’asilo parrocchiale di Falzè”. E ha fatto capire che tutto nasce da una polemica con il sindaco (pure leghista) Mirco Villanova.
I realtà i casi sono tre, nello stesso Comune. Perché il vicesindaco Gesus Bortolini ha preso 800 euro per il bonus computer (domanda presentata dalla moglie). Lo stesso aveva fatto la famiglia dell’assessore Vanni Frezza, che poi però ha ritirato la domanda, dopo che le minoranze avevano chiesto di poter accedere agli atti delle elargizioni. Il 30 dicembre il Comune ha stanziato 2.244 euro per aiutare le famiglie a seguito della pandemia. La somma è stata liquidata anche ad altre sette famiglie che avevano presentato la domanda. Non essendoci limiti di reddito, Fregolent, che è un avvocato specializzato in management della sanità ed è dipendente dell’Ulss, aveva quindi presentato la richiesta. Un anno fa la Lega in Veneto fu scossa dalle polemiche per tre candidati alle elezioni regionali che avevano chiesto e ottenuto 600 euro di bonus dall’Inps, quale ristoro per la pandemia. In quella occasione aveva perso la candidatura addirittura l’allora vicepresidente della Regione Veneto, il commercialista Gianluca Forcolin, di San Donà di Piave. A Treviso aveva dovuto rinunciare anche Riccardo Barbisan, consigliere regionale uscente, anche se aveva devoluto il corrispettivo del bonus al fondo anti-Covid del Comune di Treviso e alla Pro Loco di un quartiere cittadino.
Il bando della giunta Villanova risale ad autunno grazie a fondi della Regione Veneto che facevano parte dell’iniziativa “Prendiamoci cura”, da destinare come ristoro per le maggiori spese sostenute dai cittadini a causa del Covid. Il Comune aveva ricevuto 4.500 euro e ne aveva destinato la metà quale contributo alle famiglie. La senatrice ha deciso di avvalersi dell’occasione. Il figlio, infatti, aveva frequentato i corsi estivi che avevano raccolto nei mesi di vacanza una quarantina di bambini. A fare come lei sono state solo una decina di famiglie e quindi la suddivisione dei finanziamenti è servita a coprire quasi totalmente la spesa. A fine dicembre la deliberazione del Comune, tre settimane dopo l’erogazione. Commento di Gianangelo Bof, commissario provinciale del Carroccio: “Sono incredulo, non so spiegarmelo. Al di là di tutto, del fatto che Fregolent ne avesse diritto o meno, che abbia o meno restituito tutto, resta una questione di opportunità politica. Ma prima di esprimere una condanna, voglio parlare con l’interessata”.