Cade il veto statunitense sull'imposizione fiscale minima per le multinazionali e i colossi del web. Un accordo internazionale sul prelievo potrebbe essere raggiunto già entro l'estate
Svolta fondamentale nel progetto di applicazione di una diglital tax sui colossi internet a cui lavorano da tempo Ocse ed Unione europea. Nel corso del vertice G20 la segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha affermato che “Gli Usa non sostengono più la clausola del ‘safe harbor’ (porto sicuro) nei negoziati in sede Osce per la tassa digitale”. Lo scrive la Reuters sul suo sito, citando un dirigente del tesoro americano. La clausola, proposta dal suo predecessore Steve Mnuchin, prevedeva una sorta di opzionalità della tassazione, permetteva quindi ai colossi digitali americani come Google o Facebook di sfuggire all’imposizione. Mossa che aveva portato ad uno stallo delle trattative che ora potrebbero riprendere rapidamente.
Il ministro italiano dell’Economia Daniele Franco ha affermato che la riforma del sistema di tassazione internazionale “è diventato un compito urgente” dato il ruolo preminente assunto dai servizi digitali: il G20 “porterà avanti il lavoro per trovare un consenso globale” e per arrivare entro metà 2021 a un accordo sulla tassazione minima delle imprese multinazionali e dei giganti del web.