Una approvazione in arrivo anche per l'Europa per l'Italia significa stando al piano vaccinale quasi 15 milioni di dosi nel secondo trimestre 2021, 32 nel terzo e quasi 7 nell'ultimo
Via libera in Usa ed entro metà marzo decisione dell’Ema. Il vaccino anti Covid monodose di Janssen (Johnson&Johnson) – che per l’Italia significa stando al piano vaccinale quasi 15 milioni di dosi nel secondo trimestre 2021, 32 nel terzo e quasi 7 nell’ultimo – ha ottenuto il disco verde dagli esperti della Fda, la Food and Drug Administration statunitense, che hanno votato per raccomandare all’Agenzia di concedere l’autorizzazione per l’uso di emergenza.
Il Comitato consultivo ha votato all’unanimità per raccomandare il composto agli over 18 anni. Se la Fda deciderà in linea con la raccomandazione, e si prevede che lo faccia rapidamente, il vaccino diventerà il terzo autorizzato per l’uso negli Stati Uniti dopo Pfizer-Biontech e Moderna. Sarà il primo vaccino one-shot, e quello che può essere conservato in normali frigoriferi, rendendolo più facile da distribuire rispetto ai vaccini a Rna messaggero, che richiedono due dosi.
Una ottima notizia che si aggiunge alla possibilità che il vaccino ottenga a breve l’autorizzazione anche dall’Agenzia europea del farmaco (Ema). “Il vaccino di Johnson&Johnson è in dirittura d’arrivo e nei primi 15 giorni di marzo potrebbe arrivare la decisione dell’Ema, ci sono poi i vaccini Curevac e Novavax (efficace, stando all’azienda, su variante inglese e sudafricana, ndr) che hanno iniziato il loro iter autorizzativo con le rolling reviews, si stanno infatti fornendo i dati ed hanno attivato procedura, l’autorizzazione potrebbe arrivare dopo pasqua o giù di lì” ha spiegato venerdì Armando Genazzani, professore di Farmacologia all’Università del Piemonte Orientale, membro del Chmp di Ema e nella commissione tecnico scientifica di Aifa, a Radio 24.
Attende il vaccino Janssen anche Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, oggi coordinatore della campagna vaccinale lombarda, che in una intervista al Corriere della Sera, spiega perché vorrebbe estendere una prima dose al più alto numero di persone possibile come è stato fatto in Gran Bretagna, una strategia che potrebbe essere adottata anche in Italia e su cui si sta discutendo la fattibilità. “Sappiamo di avere un’arma, purtroppo ancora in quantità scarsa. Bisogna usarla meglio. Bisogna subito puntare sulla prima dose, lo sto dicendo da una settimana e mi pare che anche il presidente del Consiglio lo stia sottolineando. Se ho 100mila dosi di vaccino le uso per 100 mila persone, non mi riduco a 50mila per poi fare il richiamo”.
Con la pressione che aumenta sugli ospedali la soluzione di emergenza a Bertolaso sembra la più giusta. L’ex capo della Protezione civile sostiene di poter mantenere la promessa di avere tutti i lombardi vaccinati entro giugno. “Sì, se ad aprile avremo tutte le dosi necessarie saremo in grado di vaccinare più di 100mila persone al giorno. E quindi significa che quei 6,5 milioni di lombardi dai 18 ai 60 anni potranno essere protetti in due o tre mesi”. In attesa del vaccino Janssen e “poi anche Sputnik, può decollare anche quello, se autorizzato”.