Il Comitato tecnico scientifico ritiene troppo rischioso far svolgere in presenza ai praticanti le prove scritte previste per il 13, 14 e 15 aprile
Le prove scritte per l’esame di Stato da avvocato non si terranno molto probabilmente neanche questa volta. Come fa sapere il Corriere della Sera, il Comitato tecnico scientifico ritiene infatti troppo rischioso far svolgere in presenza ai circa 26mila candidati i test previsti per il 13, 14 e 15 aprile. Dopo la richiesta di un parere inoltrata ieri dal ministero della Giustizia, il Cts ha infatti risposto in maniera negativa. Quindi, la ministra guardasigilli Marta Cartabia, che nei giorni scorsi aveva fatto sapere di “avere a cuore la situazione dei giovani praticanti avvocati”, sta già valutando la possibilità di un esame orale “rafforzato” per verificare anche le competenze che sono tema delle prove scritte. Al ministero è stato attivato un gruppo di studio – che ha avuto diverse interlocuzioni con il Consiglio nazionale forense – proprio per valutare l’ipotesi di una prova orale sostitutiva. Si tratterebbe dunque di un orale rinforzato, più sostanzioso dell’attuale. Ovviamente, nel caso si scegliesse questa strada, si tratterebbe una modifica limitata all’attuale contingenza. Le norme in vigore sulla pandemia allo stato non consentono riunioni con più di 30 persone.