Il cantante ha parlato a due mesi dalla scomparsa del padre: "Non appena hanno lasciato libere le briglie tutti hanno fatto il c**** che volevano"
Sono passati ormai quasi due mesi dalla scomparsa del papà di Valerio Scanu. Ma solo oggi, intervistato dall’Adnkronos, il cantante ha voluto aprirsi e dire la sua su quanto sta accadendo in Italia. “In molti non si rendono conto della gravità delle situazione del Covid ancora oggi, delle terapie intensive piene, di come questa malattia sia imprevedibile. Io ho perso mio padre che era una persona sana e non aveva nessuna patologia”, spiega il cantante. Secondo Scanu si può anche essere “scettici e negazionisti” ma bisogna essere “rispettosi verso chi ha vissuto un dramma”. Tradotto: tutti dobbiamo seguire le regole.
“Io ho sentito imbecilli dire cose come ‘la paura del Covid uccide i polmoni lo sanno anche i cartoni’ – racconta ancora il cantante – Io dico che ognuno è libero di pensarla come vuole ma non ci si può sostituire ai medici”. Lui stesso, dice rivolgendo un pensiero al papà, non pensava “fosse grave fino a questo punto”. Ma in ogni caso “ho sempre e comunque rispettato gli altri adottando ogni misura di sicurezza”.
Agli scettici, quindi, Scanu augura di non trovarsi mai in questa situazione, anche se “molti non lo capiscono finché non lo vivono. L’artista sardo poi continua lo sfogo, con il quale punta soprattutto a sensibilizzare: “Molte persone ancora non hanno ben capito. La domenica la gente sta ammucchiata al mare, non c’è logica in questo. C’è gente che è responsabile e che non lo fa, ma i più se ne fregano, e non appena hanno lasciato libere le briglie tutti hanno fatto il cazz… che volevano”. Ad infastidire il cantante sono soprattutto le persone che non rispettano le regole. “C’è gente che ancora gira senza mascherina -incalza Scanu- Posso anche ammettere che uno sia negazionista, o scettico, ma poi se ti trovi davanti a qualcuno la mascherina la devi mettere”.