Uri. Tutto inizia e ruota intorno a lui. Intorno a questo fiero e maestoso gorilla verde brillante, unico focus di colore nel nero assoluto dell’Armani Teatro. Il suo nome è un termine biblico, significa “focoso“, e la sua presenza è fortemente simbolica. Giorgio Armani ha scelto questo esemplare, riprodotto a grandezza naturale, per ricordarci, ancora una volta, l’importanza di mettere al centro il nostro pianeta e la salvaguardia dell’ambiente. Non è un caso, infatti, che quest’opera, realizzata Marcantonio Raimondi Malerba come copia del primate proveniente da un set cinematografico che lo stilista tiene nel salotto di casa, sia verde, colore simbolo dell’ambiente. “È un elemento eccentrico, di forte contrasto con l’ambiente domestico che lo ospita – spiega Armani -. Riflette il mio grande amore per gli animali e la natura e contribuisce a creare, con leggerezza, una sorta di oasi nella mia casa di Milano. Ho pensato di metterlo al centro della scena perché mi sembra fondamentale, oggi più che mai, ricordare in ogni occasione quanto sia importante la salvaguardia del mondo naturale. Il mio impegno su questo fronte è grande”. Ed è proprio alla spalla di Uri che lo stilista si appoggia, sul finale, con fare familiare: un gesto che concretizza il suo desiderio di comunicare in modo diretto, personale, senza filtri. A cuore aperto.
E così, intorno a lui, sotto il suo sguardo stoico, nel Teatro sfilano una dopo l’altra le creazioni della nuova collezione autunno/inverno ’21-’22 Donna e Uoma di Giorgio Armani. Creazioni sublimi, eteree ed essenziali, semplici ma sofisticate, pensate per donne e uomini che non hanno bisogno di ostentare per affermarsi. Anzi. I modelli sembrano fluttuare nell’oscurità profonda e rarefatta, spezzata solo dal bianco abbagliante del logo GA proiettato sul pavimento, al centro della scena. Maschile e femminile si compenetrano nei sublimi tailleur a pantalone, capaci di esaltare la femminilità seducente racchiusa nel rigore di una giacca. La loro unione diventa dialogo tra uomo e donna, giorno e notte, tra il nero e il blu, tra eleganza e vezzo: ne scaturisce un’eleganza senza tempo e, soprattutto, senza mode.
L’incedere di queste donne fasciate in pantaloni ad ala di purissima seta è ipnotico: sembra quasi di percepire sulla propria pelle il contatto avvolgente, nelle orecchie risuona il delicato fruscio del tessuto. Re Giorgio è riuscito a esprimere massima coerenza non solo tra i capi, ma anche tra le collezioni (Donna, Uomo, Emporio e Alta Moda), declinando in tutte le forme la poetica della gentilezza che lo ha guidato del concepire questi abiti. L’autenticità dell’Armani pensiero si riflette nel gioco di sottrazioni, nel preziosismo dei tessuti e nella brillantezza che emanano anche le tinte più tenuti. Ritroviamo i motivi floreali disegnati con le paillettes sui lunghi abiti da sera d’ispirazione botticelliana che già abbiamo visto nell’Alta Moda, ma anche i giochi di rouches che vanno a valorizzare i colli di bluse e camicie, sbocciando da sotto le giacche. E il velluto, morbido e sofficissimo, di quel nero profondo simbolo di Armani. Poi cristalli, pennellate di tinte acquose e fiabesche, dal turchese al cobalto al rosa pallido, boules planetarie, punti di luce chiamati a spezzare il rigore milanesissimo dei grigi e dei greige.
Canoni che ritroviamo declinati anche nell’Uomo Armani, un articolato guardaroba tributo a un film, American Gigolò, che fissò per sempre nella memoria collettiva l’immagine di un uomo intento a scegliere con cura cosa indossare. D’altra parte, lo stilista ha sempre scavato e indagato la psicologia del vestire, rimanendone affascinato. E la sua nuova collezione maschile è proprio questo: una raccolta di capi che, aggiornati, attraversano le decadi in rapidi passaggi, per consegnare il ritratto di uomo disinvolto e consapevole, naturalmente elegante. Al centro c’è ovviamente lei, la giacca soft, svuotata e destrutturata, riattualizzata nei tessuti. A dare un tocco di eclettismo ci pensano i tessuti tecnici dei capispalla e i volumi ma il vero must è la nuova camicia di velluto: un capo che non ha bisogno d’altro, neanche di una giacca. Basta lei, ed è subito sera.
Tutt’altra atmosfera invece per Emporio Armani, un’esplosione in technicolor che emana energia vitale, vibrazioni pop in puro stile anni ’80, con “richiami ai neon del paesaggio metropolitano: lo scenario ideale – spiega Giorgio Armani – che alimenta la mia ispirazione per la donna e l’uomo Emporio Armani”. Sia la proposta per lui sia quella per lei “sono percorse – dice lo stilista – da un richiamo evidente ai volumi e alle forme dei miei personali anni Ottanta: un periodo indimenticabile, cui mi riferisco senza nostalgie. Del resto, proprio quest’anno Emporio compirà quarant’anni: un traguardo importante, che mi ha fatto guardare alle radici, reinterpretando i volumi sciolti, le forme decostruite, i giochi di maschile e femminile e i colori con lo spirito di oggi”. Anche qui il velluto la fa da padrone, accostato a suadenti fantasie geometriche e schizzato con sorprendenti pennellate fucsia, viola e verdi. Morbidezza è la parola chiave, ma con tanta voglia di tornare a vivere.