“HO VINTO”. Scritto così, in maiuscolo. Quasi un urlo per dare la notizia che si è negativizzato dal coronavirus. Iacopo Melio ha affidato a Facebook l’annuncio delle dimissioni dall’ospedale dove era stato ricoverato per la seconda volta il 30 gennaio scorso.

Il post inizia proprio così, con quella scritta “urlata”. Poi prosegue: “Dopo 18 giorni del primo ricovero e 27 del secondo, sono tornato a casa“. Il consigliere regionale toscano del Pd e attivista per i diritti delle persone con disabilità, infatti, era già stato ricoverato a inizio gennaio e poi dimesso perché il quadro clinico era migliorato anche se restavano “sintomi forti”. “È stata dura ma ce l’ho fatta, sono stato più forte. Sono negativo“, continua Melio nel lungo post, specificando che però la lotta non è ancora finita. Il coronavirus infatti, ormai si sa, lascia lunghi strascichi anche dopo la negativizzazione. “Ho sconfitto il virus, ma non i suoi effetti e tutto ciò che ha lasciato”, spiega quindi il consigliere che ricorda come il virus, “il bastardo”, “ti cambia, nel corpo e nella testa, e l’unica cosa certa è che non si torna più come prima”. Il recupero quindi sarà “lungo e lento”, cercando “un equilibrio precario che più volte, in queste settimane, mi ha portato a tornare indietro senza farci capire il perché”.

Oggi, però, dopo essersi negativizzato, la strada sembra essere tracciata e “migliore”. “Spero che tutto ciò che non riesco ancora a raccontare venga seminato piano alle spalle, con scaramantico ma necessario ottimismo”. Ora, scrive ai follower di Facebook, “avrò bisogno di dedicarmi a me stesso”. La riabilitazione è fondamentale dopo essere guariti, e Melio lo sa. Dovrà quindi dedicarsi “al peso e alla muscolatura da recuperare, alla respirazione che deve tornare, ad un’alimentazione non del tutto ripristinata”. Nel post c’è anche spazio per qualche battuta: “A proposito – scrive tra parentesi Melio – in questi mesi sono diventato sommelier esperto di omogeneizzati, oltre che di maionese!”. Ma, assicura, “tornerò al lavoro“: “Gradualmente e a piccole dosi, già dalla prossima settimana sperando di farcela, perché sento il bisogno di raccogliere anche questo incubo e farne qualcosa di buono, dalla parte degli ultimi, con maggior consapevolezza e determinazione – scrive ancora – Perché in fondo è proprio nel dolore che dobbiamo scavare, a mani nude e occhi aperti, quando vogliamo tirar fuori il meglio che abbiamo racchiuso dentro”.

Melio, scrive infine, si sente “fortunato, molto fortunato“: ” Nonostante tutto, da questa sofferenza ne sto uscendo senza troppe cicatrici. Una consapevolezza che a volte mi rende leggero, altre ancora mi toglie il sonno la notte… – scrive – Anche per questo, ancora una volta, ringrazio di cuore il personale sanitario del reparto 5A3 del San Giuseppe di Empoli, che con pazienza e attenzione ha fatto il massimo per capire cosa mi stesse succedendo e come gestire una situazione già di base complicata. Quello che OSS, infermieri, medici, fino agli addetti alle pulizie, devono affrontare ogni giorno in quell’inferno, è indescrivibile”. Quindi un appello: “Per questo abbiamo il dovere di aiutarli come possiamo, rispettando le regole per limitare al massimo i contagi. Come sempre: facciamo ancora a modino. Tutti quanti”. E conclude: “A voi, il mio affetto sincero per tutto ciò che mi avete dimostrato. Viva le ripartenze e viva la vita”.

HO VINTO IO

Dopo 18 giorni del primo ricovero e 27 del secondo, sono tornato a casa.

È stata dura ma ce l’ho fatta,…

Pubblicato da Iacopo Melio su Sabato 27 febbraio 2021

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