Non è obbligatorio, è gratuito e i cittadini stanno rispondendo bene alla campagna vaccinale, tanto che l’obiettivo è di arrivare a fine anno col 70% della popolazione immunizzata. Parliamo di Dubai, dove risiede Mila Cataldo, collaboratrice di Tgcom24 e autrice del blog Vienna-Dubai Andata e Ritorno. Negli Emirati ha già ricevuto il vaccino, scegliendo quello cinese. Il farmaco viene somministrato gratuitamente ai residenti, in ospedale e tramite una rete di 120 centri di vaccinazione dedicata. A ilfattoquotidiano.it Mila ha raccontato la sua esperienza.

Da quanto tempo vive a Dubai?
Mi sono trasferita qui due anni e mezzo fa. Diverse volte all’anno mi sposto però in Europa, tra Vienna, dove vado per lavoro, e Roma, dove vivono i miei genitori.

Per fare il vaccino è stata contattata dalle autorità sanitarie?
La vaccinazione non è obbligatoria, quindi ognuno fa come crede. Non esiste un medico di base perché la sanità negli Emirati Arabi Uniti è su modello statunitense.

Qual è la procedura per ottenere il vaccino a Dubai?
Si può andare direttamente in uno dei tanti centri di vaccinazione, senza prenotare. Sono aperti 6 giorni su 7, alcuni anche 24 ore su 24. Il venerdì è l’unico giorno di chiusura. In alternativa, si può prenotare un appuntamento online.

Dove viene effettuata la somministrazione?
Ci si vaccina negli ospedali e in una serie di centri e laboratori allestiti in vari punti della città. In tutto a Dubai sono 120.

Lei dove l’ha fatto?
Per comodità ho scelto di farlo in uno dei centri allestiti e gestiti dalla mia assicurazione sanitaria. L’appuntamento per la mia prima dose mi è stato dato a pochi giorni dalla prenotazione online e mi è stato confermato con sms. Ho ricevuto la prima inoculazione il 2 febbraio. Il secondo appuntamento, del 22 febbraio, mi è stato confermato sempre via sms. Nessuna fila, anche il giorno della seconda dose. Non ho avuto alcun effetto collaterale. Ho aspettato a fare il vaccino molto più di altri amici, mi sembrava giusto dare alle categorie più a rischio la priorità. Ed è di queste ore la notizia che l’Autorità sanitaria al momento ha deciso di dare priorità agli over 60 e a chi è affetto da patologie croniche.

Quali vaccini sono disponibili al momento?
Attualmente negli Emirati sono 4: Sinopharm, maggiormente disponibile, Pfizer-BioNTech, Sputnik V e AstraZeneca.

Ha potuto scegliere il vaccino. Perché proprio quello cinese?
Qui ognuno può decidere quale vaccino farsi somministrare. Ho scelto quello cinese della Sinopharm, gruppo farmaceutico nazionale, basandomi esclusivamente sulla tecnica utilizzata. In questo caso è il metodo tradizionale con virus inattivato, con l’aggiunta di idrossido di alluminio come sostanza adiuvante per innescare una reazione da parte del sistema immunitario. Si tratta della stessa tecnica con cui sono realizzati i vaccini contro poliomielite, rabbia, epatite A. La somministrazione avviene in due dosi a circa 21 giorni l’una dall’altra. Si raggiunge la copertura dopo due settimane dalla seconda inoculazione. Questo vaccino può essere somministrato anche a persone con sistema immunitario indebolito e non ha particolari indicazioni per la conservazione e la distribuzione, che può avvenire con una normale refrigerazione.

Ha pagato per vaccinarsi?
No, il vaccino è gratuito e possibile solo per tutti i residenti come me, in un Paese dove il 90% della popolazione è fatto di stranieri. Come dicevo, la sanità segue il modello americano, quindi è tutta a pagamento e ogni residente ha una copertura assicurativa fornita dal datore di lavoro.

Come hanno fatto gli Emirati ad avere così tante dosi di vaccini?
Hanno fatto accordi con più case farmaceutiche per garantire un approvvigionamento adeguato. Sono stati anche uno dei Paesi in cui si è svolta la fase III della sperimentazione del vaccino Sinopharm.

Per procedere con gli obiettivi che si sono prefissati (50% di vaccinati entro marzo, 70% della popolazione entro la fine dell’anno) hanno assunto personale sanitario dall’estero?
Non mi risulta che abbiano assunto medici dall’estero, né che abbiano potenziato il personale medico.

Nelle settimane scorse abbiamo letto anche di stranieri che sarebbero arrivati a Dubai soltanto per farsi il vaccino. È così?
No, ad oggi è una notizia destituita di fondamento. Non ci sono evidenze che stranieri non residenti possano vaccinarsi né a Dubai, né negli Emirati.

Ma in futuro potrebbe essere così?
Al momento la priorità è vaccinare i residenti, tanto che l’immunizzazione del 50% potrebbe anche essere raggiunta prima della fine di marzo. È al momento prematuro ipotizzare che Dubai possa diventare in futuro meta del “turismo vaccinale”, anche se le infrastrutture potrebbero sostenere questo business.

Anche a Dubai, come in Europa, c’è preoccupazione per la diffusione delle varianti?
Certo, c’è ovunque, ma l’obiettivo delle autorità è quello di vaccinare più persone possibile.

Il governo sta facendo una campagna di sensibilizzazione?
Sì, attraverso l’hashtag #TogetherWeRecover c’è stata un’ottima risposta da parte della popolazione.

A Dubai quali sono le restrizioni ancora attive?
Sono stati chiusi bar e pub; ridotto del 50% il numero di posti nei cinema, centri sportivi e luoghi di intrattenimento; limitata al 70% la capienza di shopping mall, hotel, piscine e spiagge private delle strutture alberghiere; imposta ai ristoranti la chiusura all’una di notte. Tutte misure in essere fino a nuovo ordine.

E la scuola?
La didattica è stata in parte a distanza e in parte in presenza, ma dal 14 febbraio si sta gradualmente tornando in aula tanto nelle scuole, quanto nelle università.

Si fanno le fiere?
Sì, ma con severe misure di sicurezza che includono mascherine obbligatorie sempre, distanziamento sociale di almeno due metri, sanificazione degli ambienti e gel ovunque per la disinfezione delle mani. C’è stata Gitex i primi di dicembre. Dal 21 al 25 febbraio si sono svolte Gulfood a Dubai e Idex ad Abu Dhabi.

Quando prevedono un reale ritorno alla normalità?
Di fatto c’è già, ma parliamo ovviamente di new normal. Si cerca di minimizzare l’impatto negativo sull’economia.

Come vengono controllati i viaggiatori dall’estero?
Per potersi imbarcare occorre un tampone molecolare negativo, fatto 72 ore prima della partenza. All’arrivo a Dubai non viene imposta alcuna quarantena. Attualmente che io sappia ci sono restrizioni per un numero limitato di Paesi, tra cui Regno Unito, Sudafrica e Nigeria.

In Europa sta iniziando il dibattito sulla possibilità di creare un passaporto vaccinale, o comunque un documento che attesti l’immunità per potere circolare in sicurezza e liberamente. Anche a Dubai se ne parla?
Emirates ha fatto un accordo con la IATA per una sorta di travel pass, una piattaforma digitale per condividere informazioni su test ed eventualmente vaccini. Potrebbe essere un primo passo verso qualcosa di più organico.

(immagine tratta dal profilo Facebook di Mila Cataldo)

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