Il ministro ad Avvenire: "Mobilità sostenibile non significa inseguire la decrescita felice, ma far capire agli investitori nazionali e internazionali che l’Italia ha imboccato decisamente questa strada piena di opportunità anche per le imprese"
“La transizione ecologica o è giusta o non è”. Parola di Enrico Giovannini. “Il primo approccio francese ha portato in strada i gilet gialli perché lasciava troppe ferite sociali – ha ricordato il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili in un’intervista ad Avvenire -. Per questo nel Comitato interministeriale per la transizione ecologica c’è anche il ministero del Lavoro. Dobbiamo arrivare alla decarbonizzazione con soluzioni avanzate ma condivise, sapendo che i tempi sono stretti e noi siamo indietro”.
Giovannini quindi intende seguire “il modello inglese: dei comitati settoriali con scienziati, imprese, sindacati e autorità competenti”. Con una precisazione: aver dato al ministero la denominazione “mobilità sostenibile non significa inseguire la decrescita felice, ma far capire agli investitori nazionali e internazionali che l’Italia ha imboccato decisamente questa strada piena di opportunità anche per le imprese”. In vista della consegna all’Europa del Recovery plan definitivo e dell’avvio dei cantieri, Giovannini ha dato vita a 5 team di esperti, uno dei quali valuterà “l’impatto del Piano su dimensioni trasversali e in particolare su giovani, donne e Sud”, utilizzando il parametro “Benessere equo e solidale“.
Per quanto riguarda le annose questioni squisitamente domestiche, il ministro ha confermato la volontà di tenere in piedi Alitalia. “Anche tenendo conto delle difficoltà strutturali del trasporto aereo per la pandemia, abbiamo bisogno di un vettore nazionale importante, solido sul piano economico anche per avere la capacità di fare alleanze in futuro da una posizione di forza”, ha detto sempre ad Avvenire aggiungendo che lunedì primo marzo è previsto un incontro con i sindacati e, a seguire in settimana, degli incontri con l’Ue per “sbloccare la questione dei ristori al trasporto aereo e per valutare con chiarezza la strada da intraprendere per trovare la soluzione definitiva”.
Quanto alle Autostrade, non si torna indietro. “Il processo in corso va completato e in tempi rapidi, anche per poter rivedere urgentemente la concessione – ha detto ancora il ministro – Occorre chiudere il contenzioso legato al passato e aprire una nuova fase di investimenti e manutenzione. È positivo che il cda di Atlantia abbia confermato l’apertura di un negoziato con Cdp, ma spero che tutto si concluda rapidamente”.