Condannato tre volte dai tribunali italiani il megaconsorzio dell'informatica finisce nel mirino di Bruxelles per il finanziamento annuale del ministero dell'Istruzione. Se anche gli uffici per la concorrenza riterranno che configuri un aiuto illegale per l'Italia si profila il rischio della procedura d'infrazione e relative sanzioni
Condannato per aiuto di stato in Italia, il gigante dell’informatica Cineca finisce sotto la lente dell’Ue. La Commissione Europea ha aperto oggi un’indagine approfondita su presunti aiuti al consorzio inter-universitario che associa 93 enti tra università, ministeri e istituzioni pubbliche nello sviluppo e nella fornitura di servizi It. Bruxelles si muove dopo aver ricevuto una segnalazione ma anche in forza delle pronunce avvenute in Italia, tutte sfavorevoli all’ente per il supercalcolo e i servizi informatici di Stato: Cineca è infatti stato condannato per questo motivo tre volte tra Tar, Consiglio di Stato e Cassazione.
Sul banco degli imputati sempre il maxi-finanziamento annuale del ministero, oggetto di tanti articoli de ilfattoquotidiano.it: secondo quelle sentenze dal 2014 quell’aiuto favorisce un monopolio pubblico e lede l’iniziativa privata. “Valuteremo se alcune misure adottate nei confronti del consorzio sono in linea con le regole Ue sugli aiuti di Stato”, spiega la portavoce per la Concorrenza Arianna Podestà. L’indagine approfondita esaminerà una serie di fattori, compreso il fatto che i pagamenti da parte delle Università per la fornitura dei servizi siano da considerare un aiuto di Stato legale o no e se i finanziamenti pubblici siano stati utilizzati da Cineca in settori in cui il consorzio è in concorrenza con altri soggetti.
Nell’indagine, la Commissione valuterà se sussiste o meno un “legame intrinseco” tra la fornitura di servizi It al Miur e alle Università e il compito dello Stato di fornire un’educazione superiore. Se così non fosse, la Commissione esaminerà se la fornitura di questi servizi è in linea con i prezzi di mercato. Un’altra questione, separata, è se Cineca abbia usato i fondi pubblici per sussidiare la vendita di altri servizi a clienti in mercati in cui compete con altri fornitori: a questo fine, la Commissione valuterà se il consorzio abbia adottato misure “atte a prevenire sussidi trasversali di questo genere”.
I vertici del Consorzio e il ministero hanno a lungo negato. Nel 2014 Be Smart srl presenta un esposto alla Commissione europea, per aiuti di stato presunti al Cineca. A febbraio 2017 il Tar del Lazio statuisce che “il contributo concesso dal MIUR al CINECA con il D.M. impugnato e relativo ai “funzionamenti dei servizi informativi messi a disposizione del MIUR” per la somma complessiva di euro 18.700.000 concretizza un aiuto di stato ai sensi del par. 1 dell’art. 107 del TFUE illegale per la mancata notifica di cui al par.3 della’art. 108 del TFUE”. Nell’ottobre 2018 il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar. A marzo 2020 la Corte Suprema di Cassazione a sezioni civili unite, su ricorso del Cineca contro la sentenza del CdS: rigetta il ricorso dunque conferma la sentenza del CdS. Due anni dopo i milioni per altre annualità contestate salgono a 136. Il presidentesi dimette con un anno di anticipo. Anche i debiti con l’Erario per imposte non versate presentano un conto milionario, si tenta allora di salvare il gigante monopolista per via amministrativa. Adesso, dopo sette anni, la parola passa all’Europa.