In Alto Adige i primi due pazienti Covid morti dopo essere risultati positivi alla variante sudafricana. La notizia, diffusa dal quotidiano Dolomiten, è stata poi confermata dall’Azienda sanitaria. Nel frattempo cresce il numero di Comuni nella zona di Merano isolati proprio per limitare la diffusione della variante: anche a Parcines, Tirolo e Silandro serve da oggi l’attestato di un tampone negativo non più vecchio di 72 ore. Durante i test a tappeto sono stati identificati altri quattro casi di variante sudafricana, che si aggiungono ai 15 contagi per la mutazione comunicati domenica.
Al momento sono 12 i Comuni “confinati” nel tentativo di contenere il diffondersi della variante: le misure restrittive erano già in vigore a Merano, Rifiano, Moso in Passiria, San Pancrazio, Malles, Lana, San Martino in Passiria, Caines e San Leonardo in Passiria. Almeno fino a domenica 7 marzo ci sarà l’obbligo di test in entrata e in uscita dai Comuni. I tamponi richiesti si possono eseguire nelle stazioni di test allestite appositamente, oltre che da diversi medici di famiglia e farmacie. Per svolgere gratuitamente il test è necessario compilare un’autodichiarazione che certifica la necessità del movimento in uscita dal territorio comunale. Tutte le informazioni sono reperibili online sul sito web dell’Azienda Sanitaria.
In Alto Adige complessivamente fino ad oggi sono stati rilevati 31 casi di variante sudafricana e 220 della britannica. Il direttore generale dell’Azienda sanitaria altoatesina Florian Zerzer sottolinea che “sono stati prelevati campioni da tutte le parti della provincia per il sequenziamento. Finora sono stati processati 630 tamponi e i casi della mutazione sudafricana sono stati trovati solo nella zona di Merano, Val Passiria e Val Venosta”.