Un alto ufficiale dell’esercito al posto di un manager per gestire la pandemia. È questa la scelta di Mario Draghi. Alla fine di un incontro lungo mezz’ora, il premier ha sostituito Domenico Arcuri come commissario all’emergenza Covid. Al posto del presidente d’Invitalia, Draghi ha optato per Francesco Paolo Figliuolo, generale di corpo d’armata dell’Esercito. “Metterò tutto me stesso e tutto l’impegno possibile per fronteggiare questa pandemia. Lavorerò per la nostra Patria e i nostri connazionali”, è la prima dichiarazione del nuovo commissario. “La nomina – spiega – è stata un fulmine a ciel sereno. Per me una grande attestazione”.

Nato a Potenza nel 1961, Figliuolo è stato comandante del Contingente nazionale in Afghanistan e poi comandante delle Forze Nato in Kosovo fino all’agosto del 2015. È stato decorato con la Meritorius Service Medal della Nato e con legione di merito degli Stati Uniti d’America. In seguito ha guidato l’Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, e quindi – dal 7 novembre 2018 – è stato nominato Comandante Logistico dell’Esercito. In questa veste già all’inizio della pandemia ha collaborato dell’operazione interforze per far rientrare in Italia i connazionali che erano a Wuhan. Sempre il Comando logistico di Figliuolo si è occupato della fornitura di dispositivi di protezione individuale nelle primissime settimane dell’emergenza, cioè quando mascherine e guanti erano introvabili. “Si è garantita l’autonomia della Forza armata e nel tempo si sono strutturati programmi acquisitivi e di distribuzione che hanno sempre garantito la piena operatività e gli adeguati livelli di scorte, non solo degli assetti medico-sanitari, ma anche del personale impiegato fuori area e in Patria”, raccontava il generale nel novembre scorso, davanti alla Commissione Difesa del Senato.

Sotto la gestione Figliuolo è stata varata l’operazione Igea, con la quale il ministero della Difesa ha realizzato 200 Drive Through. “Consentono di effettuare circa 400 tamponi al giorno per la sola parte relativa al personale della Difesa. Dal 22 ottobre, sono stati effettuai più di settemila tamponi”, ricordava il generale. Parallelamente, ha ricordato sempre il generale davanti ai senatori della commissione Difesa, è stato portato avanti il processo di revisione della governance della Sanità militare, avviata a inizio del 2019 su input del capo di Stato maggiore di Forza armata Salvatore Farina. Un processo “reso necessario – ha spiegato Figliuolo – per allineare il comparto sanitario militare della Forza armata agli standard richiesti dalla Sanità pubblica, attraverso virtuose partnership con le eccellenze espresse dalle aziende ospedaliere, dalle Università e dai Centri di ricerca del nostro Paese indirizzato all’erogazione di un servizio sempre più aperto alla collettività”.

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