Ripartono in tutta Italia le prove Invalsi. Dopo un anno di pausa voluto dall’ex ministra all’Istruzione Lucia Azzolina vista la particolare situazione dovuta alla pandemia, il nuovo inquilino di viale Trastevere, Patrizio Bianchi, ha dato l’ok alla presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo, Anna Maria Ajello. Non solo. Il professore ferrarese e la numero uno dell’Invalsi hanno apportato una novità significativa per i ragazzi delle superiori: mentre le classi quinte sono partite oggi, i test verranno sospesi per le classi seconde. Una scelta per non sovraccaricare gli istituti di un enorme lavoro in una fase delicata come quella che stiamo attraversando. Per il resto le prove si svolgeranno come sempre. Unica differenza: in vista della maturità gli studenti delle quinte avranno due mesi di tempo per svolgere le prove (dal primo marzo al 30 aprile). Inoltre l’Invalsi non sarà un requisito necessario per svolgere l’esame di Stato. In questo modo, in ogni scuola, si potranno scegliere le giornate adatte per eseguire le prove.
Il calendario per gli altri ordini di scuola è, invece, già fissato. Dal 7 aprile al 21 maggio sarà la volta degli alunni della terza media che come per le scuole superiori saranno svolte al computer. Alla primaria i test si terranno su carta come è stato per tutti gli altri anni: in seconda inizieranno il 6 maggio con italiano e la prova di lettura solo per le classi campione; mentre matematica si terrà mercoledì 12. In quinta si partirà un giorno prima: inglese mercoledì 5 maggio; italiano giovedì 6 maggio e matematica: mercoledì 12.
A lavorare sulle prove da mesi è proprio la presidente Anna Maria Ajello che ci tiene particolarmente a sottolineare la valenza dell’Invalsi quest’anno: “Il nostro Paese non ha dati in merito al gap d’apprendimento che si è verificato con la scuola in tempo di pandemia. E’ indubbio che alcuni studenti hanno avuto meno. Abbiamo bisogno di avere una fotografia al più presto della situazione per provvedere a qualche attività compensativa che possa permettere un recupero. Non possiamo permetterci alcuna indulgenza. E’ una questione che gli adulti, insegnanti e famiglie si devono porre”. La presidente Ajello ricorda anche quanto è avvenuto in altri Paesi: “In Germania hanno deciso di far fare le lezioni a distanza ai docenti più anziani mentre i più giovani hanno fatto scuola in presenza ma hanno scelto di insegnare solo le materie essenziali”.
L’obiettivo di quest’anno è capire i punti di debolezza della didattica a distanza e anche i punti di forza. Nessuno vuole puntare il dito contro gli insegnanti che hanno fatto lezioni online ma l’Invalsi quest’anno anziché indicare il livello di competenze dei nostri allievi vuole puntare a far emergere le necessità che ci possono essere per poterle affrontare già all’inizio del nuovo anno scolastico visto che il ministro Patrizio Bianchi ha l’intenzione di far suonare la prima campanella il primo di settembre con tutti i docenti in cattedra.