Dopo gennaio (-25,7%), anche il febbraio dell’auto in Italia si chiude con un segno meno. Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture, infatti, le immatricolazioni di vetture nuove il mese scorso si sono fermate a quota 142.998, ovvero il 12,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2020.

Per quanto riguarda le alimentazioni, continua il momento positivo dei veicoli a batteria: con le ibride (mild e full) che crescono del 150% e le plug-in addirittura del 264,4%. Bene anche le elettriche pure (+30,4%), che tuttavia ancora hanno un peso relativo sul mercato totale (2,1%). Al contrario delle ibride di ogni tipo, che sono arrivate al 29,8%.

Il calo è dunque dimezzato rispetto a quello di gennaio, e rende il cumulato dei primi due mesi del 2021 inferiore di oltre il 13% rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno. Anche se, ad onor del vero, va ricordato che febbraio 2020 fu l’ultimo mese non toccato dagli effetti delle misure anti-covid e che successivamente è diminuito il ricorso alle cosiddette km zero. Fattori che in parte, secondo il Centro Studi Promotor, alleviano il peso di questa performance negativa.

Performance che ha una causa ben definita. Ovvero il protrarsi della pandemia e le incertezze sul futuro, anche prossimo. E nondimeno l’incapacità degli incentivi statali, pur vitali, di sostenere completamente il mercato. A tale proposito, come fa notare il CSP, bisogna tenere a mente che “mentre lo stanziamento per gli incentivi alle auto verdi (da 0 a 60 gr/km di emissioni di CO2) è più che sufficiente per far fronte alle richieste nell’intero anno, come è accaduto anche negli ultimi due anni, lo stanziamento per le vetture con alimentazione tradizionali con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2 si sta esaurendo molto rapidamente”.

Sempre a riguardo c’è da registrare la preoccupazione dell’Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri operanti in Italia, che per bocca del suo presidente Michele Crisci fa sapere di aspettarsi “un drammatico e ulteriore peggioramento quando prevedibilmente a fine marzo, inizio aprile, i fondi destinati agli incentivi (per le auto con emissioni di CO2 comprese tra 61 a 135 gr/km, ndr) saranno esauriti”. E si spera vengano rifinanziati. Anche perché il comparto auto ha già pagato un tributo pesante lo scorso anno, con “una perdita di fatturato per il settore pari a 10 miliardi di euro, che per le casse dello Stato si traduce in mancate entrate in termini di IVA per 1,8 miliardi”.

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