A diffondere la notizia la Egyptian Initiative for Personal Rights, ong con la quale Zaki collaborava. Amnesty: la proroga della detenzione è "un accanimento crudele"
La difesa aveva chiesto la sua scarcerazione affinché potesse incontrare il padre ricoverato. Ma Patrick Zaki, lo studente egiziano arrestato più di un anno fa al Cairo di ritorno da Bologna, dovrà rimanere altri 45 giorni in carcere. La sua detenzione è infatti stata prolungata per l’ennesima volta e l’ultima volta che il tribunale del Cairo si era pronunciato sulla proroga era stato il 2 febbraio. La notizia è stata comunicata dall’organizzazione per la difesa dei diritti umani Eipr, che ha rivelato su Facebook con un giorno di anticipo rispetto a quanto previsto il risultato dell’udienza di ieri.
In un post su Twitter, Eipr (l’Iniziativa egiziana per i diritti della persona, Egyptian Initiative for Personal Rights, ong con la quale Zaki collaborava) ha riferito che i legali hanno appreso oggi la notizia dal Dipartimento per il terrorismo. L’ong ha diffuso quanto riferito dagli avvocati anche su Facebook, dove è stata postata una foto che ritrae il ricercatore e la scritta ‘Freedom for Patrick George Zaki’. Per il portavoce di Amnesty, Riccardo Noury, la proroga della detenzione è “un accanimento crudele che deve finire subito”.
La visita della madre in carcere – Su facebook gli attivisti del gruppo “Patrick Libero” hanno spiegato che Zaki ha ricevuto una visita della madre oggi nel carcere cairota di Tora dove ha potuto informarsi meglio sulle condizioni di salute del padre, mitigando l’ansia che l’aveva colto ieri. Il giovane “ha chiesto dello stato di salute del padre non appena” la madre “è entrata nella stanza” dei colloqui. “Era preoccupato perché non capiva cosa stesse succedendo”, riferisce il post confermando una circostanza segnalata già ieri dallo stesso gruppo. Patrick ha lamentato che “nessuno lo informa dell’esito delle sue udienze e sa solo che la sua detenzione è stata rinnovata quando vengono a prendere quelli che sono stati rilasciati senza picchiare alla sua cella”.
Dopo molte rassicurazioni da parte della madre, “ha iniziato a sentirsi meno ansioso“, aggiungono gli attivisti. Nonostante il prolungamento di 45 giorni della custodia cautelare nel carcere di Tora, hanno continuato, Patrick ha esortato la madre a sperare in una futura liberazione sebbene sia sempre più difficile essere ottimisti. Sul finire della visita in carcere il giovane “si è sforzato di sorridere e ha detto che non dobbiamo perdere la speranza e dobbiamo cercare di rimanere ottimisti anche se sta diventando sempre più difficile”, scrive il gruppo in un post sottolineando: “questo è il nostro Patrick“, uno “che cerca sempre di essere positivo e forte” a giovamento di “tutti quelli che lo circondano”.