Abbiamo intercettato, a poche ore dall'inizio del Festival, uno dei componenti della grande orchestra di Sanremo per farci raccontare le emozioni della vigilia, i protocolli sanitari, i controlli serrati da parte dell'organizzazione e poi anche le pagelle, il meglio, il peggio e le cover
Mancano poche ore all’inizio del Festival di Sanremo 2021 e la grande macchina organizzativa è pronta a varare quella che sarà l’edizione che rimarrà nella storia della kermesse. Una manifestazione a prova di Covid-19 con protocolli sanitari scrupolosi e rigidissimi. Abbiamo intercettato uno dei componenti della grande orchestra di Sanremo per farci raccontare il dietro le quinte e non manca qualche giudizio in vista della votazione della terza serata dedicata alle cover che vedrà protagonisti solo i musicisti
Come procede con i protocolli e le prove?
Direi benissimo. Siamo super controllati e anzi, in alcuni casi, vengono adottate delle misure ancora più restrittive di quelle previste per il protocollo. Il responsabile della gestione della sicurezza, già il secondo giorno a Sanremo, ci ha fatto un discorso molto chiaro: se il protocollo prevede un metro di distanza tra una postazione e l’altra, facciamo un metro e mezzo. Se è prevista una pausa e sanificazione ogni due ore, la facciamo ogni ora. Inoltre c’è un Covid manager che ci controlla anche quando ci prendiamo un caffè. Se siamo troppo vicini ci dice di distanziarci.
Siete dunque distanziati?
Ovunque e non solo. Sono state create tre macro aree nell’orchestra in modo da essere comunque rintracciabili qualsiasi cosa accada qualora ci fosse un positivo. Ci sono gli archi, la ritmica e i fiati. Una disposizione prevista anche per evitare assembramenti sotto il palco.
Il caso dei due positivi dell’orchestra come è stato gestito?
Molto bene. Ma non è successo a Sanremo. Tra le prove di Roma e quelle all’Ariston c’è stata una pausa di 8-9 giorni. In quei giorni la fidanzata di un nostro collega ha registrato dei cori in uno studio, dove c’era un’altra ragazza che poi è risultata positiva al Covid. Per questo si sono verificati quei due casi. Noi siamo ormai da giorni in una ‘bolla’ e facciamo tamponi ogni 72 ore.
Una bella botta comunque per tutti…
Siamo molto vulnerabili. Siamo felici di poter tornare a suonare ma allo stesso tempo siamo consapevoli del momento delicato che stiamo attraversando. Quando abbiamo saputo dei due casi positivi ci siamo depressi un bel po’.
Parliamo di canzoni. Quali Big avete apprezzato?
Aiello è una forza della natura anche se il testo non è il proprio il massimo. Però ci ha colpito per la sua interpretazione. Anche il brano di Madame è forte. Gazzè è ironico e brillante. Arisa ha un testo meraviglioso di Gigi D’Alessio. I Maneskin non c’entrano nulla con Sanremo ma sono molto credibili. La voce de La Rappresentante di Lista è splendida. Se la vedi fuori dal palco sembra quasi anonima poi sale sul palco e si ‘accende’.
Il peggiore?
Francesco Renga. Ha una canzone terrificante.
Voi voterete per la serata delle cover. Quale ti ha colpito?
Diciamo senza mezzi termini che la scelta delle cover è stata sbagliata per tutti. Forse si salvano Lo Stato Sociale che portano ‘Non è per sempre’ degli Afterhours.
Perché dici che hanno sbagliato le scelte delle cover?
Il cast dei Big quest’anno è formato da cantanti e cantautori molto giovani. Hanno scelto grandi classici della canzone italiana ma in molti casi ne hanno stravolto la bellezza e l’importanza con risultati discutibili. Le canzoni sono state snaturate per creare degli ibridi stranissimi. Comunque anche i cantanti più ‘navigati’ hanno fatto degli errori. Noemi, ad esempio, con ‘Prima di andare via’. Ha sbagliato.
Fedez ha dichiarato che quando ha finito le prove con la Michielin è scattato l’applausino ma che, secondo lui, lo fate a tutti. È vero?
No, non lo facciamo a tutti. Quel giorno lo ricordo, erano gli ultimi alle prove. Abbiamo fatto l’applausino solo perché stavamo per andare a cena.
Chi vincerà il Festival?
Aiello lo vedrei sul podio anche se ha un caratterino…
Cioè?
Ha tartassato, per non dire un altro termine, il regista per ogni minima inquadratura per ogni frazione di secondo della canzone. ‘Allora quando scendo fai così, quando mi giro l’inquadratura deve essere primo piano, e poi quello e l’altro’. Insomma se dovesse ‘esplodere’ dal punto di vista discografico non sarà facile avere a che fare con lui.