I 475mila euro pagati per quella struttura, acquistata per essere abbattuta e poter costruire il nuovo pronto soccorso, sono troppi per la magistratura contabile: un prezzo congruo sarebbe stato compreso tra 100 e 150mila euro. Colpiscono poi le date: il rogito del 2017 è stato siglato a fronte di una promessa di acquisto fatta dall’ospedale il 16 luglio 2010, quando il progetto del nuovo nosocomio era ancora molto lontano dall’essere approvato
I 475mila euro con cui l’ospedale Galliera di Genova ha comprato nel 2017 un piccolo bar sono tanti. Troppi, per la procura regionale ligure della Corte dei conti, che ha chiesto la condanna per danno erariale del cardinale Angelo Bagnasco, fino allo scorso luglio arcivescovo di Genova e, come tale, presidente per statuto del Galliera. Insieme a lui, secondo la procura, vanno condannati in solido anche gli altri 14 membri dell’ex cda, tra i quali alcuni ancora in carica, come il vicepresidente Giuseppe Zampini (è anche presidente di Confindustria Liguria), il direttore generale Adriano Logostena e i consiglieri Lorenzo Serra (presidente della multiutility Ireti), Luca Parodi (dirigente di Regione Liguria), Ugo Salerno (amministratore delegato di Rina), l’avvocato Ernesto Lavatelli.
Il bar “Bruna” è stato acquistato dall’ente ospedaliero nel 2017, come detto per 475mila euro. Di questi, 289mila euro destinati all’acquisto dei muri e 186mila (non ancora versati) alla buonuscita della proprietaria, che lo gestisce tutt’ora a titolo gratuito in attesa che il locale venga demolito. Il bar è stato infatti acquistato col solo scopo di essere abbattuto, visto che sorge dove il progetto del nuovo ospedale Galliera prevede il futuro pronto soccorso. A seguito delle indagini della Guardia di finanza – scrive Repubblica nelle pagine locali – il prezzo è risultato “fuori mercato”, mentre l’acquisto avrebbe addirittura potuto rivelarsi inutile considerato che il progetto definitivo del nuovo ospedale è stato approvato solo nel 2020, tre anni dopo. Per la procura della Corte dei conti un prezzo congruo sarebbe stato compreso tra 100 e 150mila euro, molto meno dunque di quanto sborsato dall’ente ospedaliero, che pur essendo presieduto dalla Curia di Genova fa parte del Servizio sanitario nazionale ed è finanziato con fondi pubblici.
Il nodo delle date – Ma oltre ai 475mila euro destinati a un bar da demolire, colpiscono le date. Il rogito del 2017 è stato infatti siglato a fronte di una promessa di acquisto fatta dall’ospedale il 16 luglio 2010, quando il progetto era ancora molto lontano dall’essere approvato. La promessa di acquisto, inoltre, anziché basarsi su una perizia del 2008 in possesso dell’ospedale che stimava il valore di mercato del bar in 178mila euro, si era basata su una seconda perizia, protocollata lo stesso 16 luglio 2010 ma asseverata successivamente, che faceva salire il valore dei muri a 289mila euro. E cioè proprio il prezzo pattuito per l’acquisto del bar, a cui poi andava aggiunta la buonuscita.
All’origine del procedimento della Corte dei conti c’è un esposto di Alice Salvatore, nella scorsa legislatura consigliera regionale prima del M5S e poi della lista Il Buonsenso. Gli altri membri del cda presieduto da Bagnasco per cui è stata chiesta la condanna sono Paolo Veardo (ex assessore alle Politiche formative di Genova), Giuseppe Romano (ex prefetto), Andrea Iunca (ex priore del Magistrato di Misericordia), Giuliano Lo Pinto (ex direttore sanitario del Galliera), Pietro Pongiglione (ex presidente dell’ospedale Gaslini), Roberto Tramalloni (direttore sanitario della clinica Montallegro), i docenti universitari Luca Beltrametti e Roberto Viale.
Contro il Galliera altri esposti e ricorsi al Tar – Sul Galliera, oggi presieduto dal nuovo arcivescovo Marco Tasca, pendono anche altri esposti presentati alla Corte dei conti nei mesi scorsi. In uno di questi Ermete Bogetti, ex procuratore regionale ligure della Corte dei Conti oggi in pensione, mette sotto accusa la chiusura nel 2013 del Padiglione C dell’ospedale, destinato anch’esso alla demolizione e riaperto nei mesi scorsi durante la seconda ondata della pandemia di Covid dopo una petizione di cittadini e l’interessamento del consigliere regionale Ferruccio Sansa. Tale questione è affrontata anche da Alice Salvatore in un altro esposto in cui accusa il governatore Giovanni Toti di avere preferito, per ospitare i malati di Covid durante la prima ondata, un costoso traghetto a strutture già disponibili come il padiglione C. A questi si aggiunge poi un ultimo esposto della Salvatore sul maxi mutuo da 75 milioni di euro concesso dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa per la costruzione del nuovo ospedale.
Sul percorso del progetto del nuovo Galliera, presentato alla stampa a febbraio, potrebbero poi frapporsi le decisioni della giustizia amministrativa. Sono infatti ancora pendenti due ricorsi davanti al Tar, presentati dall’associazione Verdi Ambiente e Società e dal comitato Cittadini per Carignano contro Comune e Regione per presunte violazioni delle norme urbanistiche e ambientali nel progetto definitivo. Mentre su altri due ricorsi deve esprimersi il Consiglio di Stato: uno di Verdi Ambiente e Società contesta il progetto preliminare, un altro di Italia Nostra mette in discussione la cancellazione di alcuni vincoli sui padiglioni storici del Galliera decisa dal ministero dei Beni culturali.
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