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Metodo Tabata: cos’è e come funziona la tecnica usata anche da Noemi per tornare in forma

Noemi ha infatti sfruttato il lockdown per lavorare su sé stessa e su quel corpo che, come ha spiegato, non sentiva più su

di F. Q.

In questi giorni tutti i riflettori sono puntati su di lei: Noemi. La cantante, in gara al Festival di Sanremo, è apparsa in forma smagliante (e quasi irriconoscibile) in copertina su Vanity Fair e in una accorata intervista al settimanale ha raccontato del percorso affrontato in questi mesi per rimettersi in forma. Noemi ha infatti sfruttato il lockdown per lavorare su sé stessa e su quel corpo che, come ha spiegato, non sentiva più suo. In particolare, la cantante aveva rivelato lo scorso giugno di seguire il metodo Tabata, un allenamento ad alta intensità che attiva il metabolismo molto in voga tra i vip ma non solo. Ovviamente da solo non basta: va comunque abbinato ad una dieta sana ed equilibrata.

Come funziona? Il Tabata training, chiamato anche Guerrilla cardio, è un tipo di allenamento che prevede un lavoro cardiovascolare anaerobico ad intervalli ad alta intensità (HIIT). Ideato negli anni ’90 dallo scienziato giapponese Izumi Tabata, il metodo consiste nel ripetere un esercizio al massimo della potenza per un tot di tempo e poi fare una pausa, alternando così 15, 20, 30 o 60 secondi di esercizio a 5-10 secondi di pausa. Il tutto per 8 round: un circuito Tabata dura infatti all’incirca 4 minuti. Si tratta di un lavoro indicato per chi vuole dimagrire bruciando grassi e migliorare la propria resistenza fisica, perché accelera il metabolismo.

Pur essendo molto breve, è consigliato a chi ha già una certa esperienza nel mondo del fitness o comunque è abbastanza allenato, perché si compone di esercizi a corpo libero total body anche con l’uso di pesi, che richiedono tecnica e coordinazione, altrimenti si rischia di farsi male. Non solo: nei secondi di lavoro bisogna muoversi al massimo della propria potenza per fare più ripetizioni possibili e i 10 secondi di riposo non sono sufficienti per il recupero a un corpo non allenato. D’altra parte però, la brevità dell’allenamento dà una grande motivazione a chi lo pratica e, in più, l’alta intensità produce un rush di endorfine, note come ormoni della felicità. Si può fare anche in casa, ma l’importante è non improvvisare e non esagerare: il rischio è che diventi controproducente, aumentando lo stress ossidativo, oltre che esponendo al rischio di infortuni.

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