Nell'intervista rilasciata questa mattina a 'Leggo', l'esperto sottolinea come la condotta degli scorsi giorni in Lombardia sia dannosa per tutti, il virus corre e così lo si aiuta. Le prossime due settimane diventano così determinanti per fare un primo bilancio sulla diffusione delle nuove varianti
“Le conseguenze di questi comportamenti scriteriati li vedremo tra 15 giorni. Sapremo se siamo riusciti a contenere i contagi oppure se dovremo fare i conti con la ripartenza del Covid che implicherà più ricoveri e morti. Cosa che non vorrei proprio più vedere”. Questa la previsione del virologo Massimo Galli, raccontata questa mattina nell’intervista rilasciata a Leggo, dopo le immagini di assembramenti circolate nelle scorse ore. Il professore ha commentato la diffusione delle varianti che in queste ore colpiscono l’Italia, sottolineando come le risposte su cosa succederà si avranno nelle prossime due settimane, determinanti per capire l’andamento della pandemia.
La situazione più grave è ancora quella di Milano e delle zone arancione rinforzato che cominciano a caratterizzare tutto il territorio lombardo. Dopo i comuni del bresciano e del Milanese, sono state 45 le nuove aree a finire sotto strette limitazioni. Numeri che sottolineano la gravità delle immagini che sono arrivate nel weekend con la Darsena dei Navigli piena e feste abusive all’orario dell’aperitivo. È stato necessario per l’ennesima volta spiegare che quel genere di condotta non ha effetto solo sui protagonisti, ma si ripercuote su tutta la comunità vista la velocità con cui si muove il virus.
Nonostante tutto, il professore di Malattie infettive all’Università di Milano ha sottolineato che non si può parlare di passo indietro. Ad oggi siamo in una condizione sicuramente migliore rispetto a quella dello scorso marzo, in cui il sistema-Paese era stato colto in contropiede da quello che era accaduto con il virus.
Ora al nuovo commissario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, il compito di strutturare un nuovo piano vaccinale che riesca a dare un’accelerata alle somministrazioni giornaliere. Le attenzioni di Galli sono rivolte in primis agli over 70, poiché la loro fragilità porta al collasso degli ospedali. È la prima categoria sulla quale intervenire intervenire, spiega, considerato che sono loro a rappresentare l’85% dei morti totali dall’inizio della pandemia. Poi, suggerisce il professore, bisogna intervenire sulle aree maggiormente colpite.
E per chi spera nell’estate, il suggerimento è di concentrarsi su altro. La condotta interromperà la diffusione del virus, ripete come una litania il virologo, e il vaccino ce ne libererà.