Mentre la loro “Musica Leggerissima” macina consensi (al momento è la canzone di Sanremo più trasmessa in radio, nonché quella su cui puntano gli scommettitori), sui social rispunta una loro canzone pubblicata nei mesi scorsi dal titolo “Rosa e Olindo”
Gran parte del pubblico di Rai1 avrà conosciuto Dimartino e Colapesce soltanto durante la prima serata del Festival. Eppure, i due musicisti siciliani Antonio Di Martino e Lorenzo Urciullo collaborano assieme da anni. Insieme hanno scritto canzoni per Malika Ayane, Emma Marrone, Irene Grandi, Luca Carboni e tanti altri. Un sodalizio, il loro, che è stato confermato nel 2020 con l’uscita di un album scritto a quattro mani: per la critica è stato uno dei migliori progetti musicali dell’ultimo anno.
E mentre la loro “Musica Leggerissima” macina consensi (al momento è la canzone di Sanremo più trasmessa in radio, nonché quella su cui puntano gli scommettitori), sui social rispunta una loro canzone pubblicata nei mesi scorsi dal titolo “Rosa e Olindo”. Ebbene sì, nel passato musicale (neanche troppo remoto) del duo c’è una canzone “dedicata” a uno dei casi di cronaca più eclatanti degli ultimi decenni: la strage di Erba.
La canzone, uscita nel 2020, prende spunto dalla storia di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due coniugi giudicati colpevoli per la strage dei loro vicini di casa. In realtà sono solo un pretesto – o allegoria, se vogliamo essere più precisi – per raccontare una storia d’amore universale, dove la pena della separazione sembra mettere in secondo piano quella del carcere. Alcuni versi colpiscono: “Due cuori, una condanna nera, fine pena mai / Confesso io / Confusa tu”, “Eravamo già sospetti / Mostri perfetti / Che ne sa di noi la gente / Sparisca per sempre”.
Sia chiaro, lo hanno specificato i diretti interessati: questa canzone non è un’apologia dei reati della coppia, anzi. I nomi di Rosa e Olindo sono stati usati come se fossero i Dante e Beatrice della cronaca nera. “Non prendiamo una posizione giuridica o legale in merito al caso. Ci siamo appassionati alla storia di Rosa e Olindo come due giudicati assassini che non nascondevano il loro amore e temevano più per la loro coppia che per la pena”, aveva detto Dimartino in merito della canzone.