La nullità politica di Matteo Salvini è, ormai, un’evidenza scientifica. Esagerazione? No. È una realtà dimostrata empiricamente. Perché non può che essere una nullità un leader che, ogni volta, come un disco rotto si inceppa sempre e comunque sulla stessa vuota retorica. Due esempi degli ultimi giorni.
Il primo: la sua richiesta sfrenata di riaprire ogni attività, nonostante tutto e nonostante tutti. Nonostante la scienza, nonostante il suo Giancarlo Giorgetti, nonostante la svolta governativa della Lega. Non c’è nulla da fare, la nullità Salvini continua a sbattere contro lo stesso muro propagandistico per cavalcare il reale disagio economico di tanti, troppi italiani. Salvini, evidentemente, non impara dai suoi errori, non impara dalle sue stesse menzogne. Niente, continua imperterrito a urlare il nulla per cercare di riempire il suo niente politico.
Fateci caso: ogni sua “proposta” degli ultimi mesi è caduta nel vuoto assoluto. E questo è ancor più vero oggi che (in teoria) Salvini ha suoi uomini al governo del paese. Lui dice “riapriamo”. E loro chiudono. Lui dice (e così si arriva al secondo eclatante esempio) di comprare i vaccini sottobanco da San Marino (San Marino!) e loro proseguono nell’unica strategia possibile, quella europea.
Ecco, Salvini assomiglia a un criceto che corre a perdifiato sulla sua ruota, convinto di andare da qualche parte. E, invece, spreca energie per non andare da nessuna parte. Metafora perfetta di una politica autoreferenziale che parla senza mai avere la capacità di prendere una decisione vera. Una politica che corre senza una vera meta.